Il ritorno alla presidenza degli Stati Uniti di Donald Trump sembra aver riacceso una dinamica che gli investitori conoscono bene: il cosiddetto “Trump Bump”, un fenomeno che, nel passato, ha spinto il mercato azionario a crescere in modo significativo. Questa volta, le aspettative sono particolarmente alte: molti osservatori ritengono che le sue politiche pro-crescita possano innescare una nuova fase di espansione per le azioni statunitensi, portando potenzialmente l’indice S&P 500 a guadagnare fino al 30% nel 2025.
Ma quali sono i meccanismi alla base di questa ipotetica impennata? Cosa rende il “Trump Bump” così potente da attirare l’attenzione di analisti e investitori a livello globale? Non si tratta solo di un gioco di cifre: la promessa di tagli fiscali e politiche economiche a favore delle imprese potrebbe tradursi in una crescita reale degli utili, incrementando il valore delle azioni e migliorando le prospettive per chi investe.
Eppure, dietro questo scenario ottimistico, si cela una questione chiave: il “boom” che molti anticipano sarà sostenibile o lascerà spazio a una correzione del mercato? Il ciclo di crescita e ribasso (boom-bust) che caratterizza spesso periodi di euforia economica potrebbe infatti riservare sorprese, rendendo essenziale valutare sia le opportunità che i rischi.
In questo approfondimento, esploreremo in dettaglio i possibili scenari e le variabili chiave che potrebbero guidare il mercato azionario americano nei prossimi mesi, con l’obiettivo di offrire una visione chiara e completa per chi desidera prepararsi ad affrontare una fase che si prospetta tanto promettente quanto impegnativa.
Un Aumento degli Utili: La Spinta delle Politiche Pro-Crescita
Uno dei principali fattori che caratterizzano il “Trump Bump” è il potenziale aumento degli utili aziendali. Durante il primo mandato di Trump, le sue politiche economiche hanno contribuito a un incremento significativo delle stime sugli utili, spingendo il mercato azionario a crescere. Nello specifico, tra novembre 2016 e dicembre 2017, le stime di crescita per gli utili aziendali hanno registrato un aumento compreso tra il 2% e il 4%.
Per il 2025, si ipotizza che un simile aumento potrebbe verificarsi, soprattutto se le nuove misure fiscali proposte da Trump dovessero essere attuate. Un’idea particolarmente discussa è la riduzione dell’aliquota fiscale sulle società dal 21% al 15%. Secondo Goldman Sachs, questa misura potrebbe generare un ulteriore incremento del 4% sugli utili per azione (EPS) dell’indice S&P 500, portando il totale dell’incremento stimato a un valore compreso tra il 6% e l’8%.
Al momento, il valore stimato dell’EPS per l’S&P 500 nel 2026 è di circa 303 dollari. Se l’effetto Trump Bump dovesse materializzarsi con un aumento del 6-8%, l’EPS potrebbe raggiungere i 325 dollari già entro la fine del 2025, portando quindi a una forte rivalutazione dell’indice azionario.
Fiducia dei Mercati e Valutazioni in Crescita
Il secondo elemento chiave del “Trump Bump” è rappresentato dall’aumento della fiducia degli investitori che, nel corso del primo mandato, ha portato a un incremento delle valutazioni di mercato.
Nel 2016, l’indice S&P 500 si trovava a un rapporto prezzo/utili (P/E) compreso tra 16 e 18. Dopo l’elezione di Trump, questo valore è aumentato in media del 10%, stabilizzandosi tra 18 e 19.
Se il fenomeno dovesse ripetersi, potremmo assistere a una nuova espansione delle valutazioni nel 2025. Attualmente, l’S&P 500 è scambiato con un multiplo P/E di circa 20,5x-22,5x sugli utili futuri. Un incremento del 10% spingerebbe questo valore fino a 23,5x, favorendo una maggiore attrattiva per gli investitori che vedono nell’economia statunitense un solido pilastro per la crescita del mercato azionario.
Combinando il previsto aumento dell’EPS con la crescita delle valutazioni, si potrebbe arrivare a un valore di mercato per l’S&P 500 vicino ai 7.640 punti entro la fine del 2025, ovvero un incremento stimato di circa il 30% rispetto ai livelli attuali.
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Opportunità e Rischi: Verso un Ciclo Boom-Bust?
Un potenziale rally del mercato azionario alimentato dal “Trump Bump” potrebbe aprire nuove opportunità di investimento, ma non senza qualche rischio. Se gli utili e le valutazioni dovessero continuare a crescere come previsto, si potrebbe entrare in una fase di bolla per il mercato azionario. Questo fenomeno, noto come ciclo boom-bust, si caratterizza per una crescita rapida e sostenuta seguita da un improvviso crollo.
Nel primo mandato di Trump, il ciclo boom-bust ha portato l’S&P 500 a guadagnare circa il 30% tra gennaio 2017 e settembre 2018, per poi subire un crollo del 20% tra settembre e dicembre 2018. Un evento simile potrebbe ripetersi, con una crescita del mercato fino al 2025 o 2026, seguita da un possibile arretramento. Questo ciclo potrebbe essere innescato da vari fattori, tra cui la reinflazione, un’eccessiva espansione del credito o squilibri nel mercato del lavoro.
Strategia di Investimento per il 2025: Come Agire?
In vista del potenziale Trump Bump e della possibilità di una forte crescita del mercato azionario nel 2025, la strategia di investimento suggerita consiste nel mantenere una posizione rialzista finché i mercati mostrano segnali di forza. Gli investitori dovrebbero però essere pronti a uscire dalle posizioni azionarie e adottare un approccio difensivo appena si verificano segnali di instabilità o di un imminente ribasso.
L’obiettivo è monitorare attentamente le tendenze del mercato fino alla fine del 2026, periodo in cui potrebbero emergere rischi significativi. L’opportunità di partecipare a un nuovo “Trump Bump” rende questo momento particolarmente interessante per gli investitori, ma solo una gestione oculata del rischio potrà garantire un ritorno positivo nel lungo periodo.
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