Tre eventi sembrano aver modificato, almeno per ora, lo scenario che aveva caratterizzato gli ultimi giorni del 2018 e i primi del 2019, con l’ormai noto movimento sullo Jpy in seguito alla notizia legata ai risultati della Apple del primo trimestre. Questi fatti, sono rappresentati, inizialmente dal dato sui non-farm payrolls Usa, usciti a 312.000 venerdì pomeriggio scorso, rispetto ad attese di 184.000, dato che ha fatto ritornare un poco di appetito al rischio sui mercati azionari Usa, che da settimane erano sottoposti ad una pressione costante e ripetuta, ma successivamente anche da due ulteriori notizie che hanno ribaltato l’avversione al rischio precedente.
La seconda è rappresentata dalle parole di Powell, Governatore della Fed, il quale si è presentato al primo appuntamento dell’anno, dimostrandosi accondiscendente verso un Trump che più volte aveva criticato la Fed di essere eccessivamente restrittiva, e ha dichiarato che la politica della Banca Centrale Usa, non è detto che sia su un percorso prestabilito di rialzo del costo del denaro, affermando anche che l’inflazione non rappresenta un problema. Ciò ha provocato un ribasso del biglietto verde, soprattutto contro le oceaniche, ma anche nei confronti di Sterlina ed Euro, mentre il UsdJpy si è ripreso quota 108.00 alimentando una ripresa di EurJpy, solitamente il sintomo del risk on / risk off.
Il terzo e ultimo evento è rappresentato dalla decisione della Pboc (People Bank of China) di tagliare di 100 basi point la riserva obbligatoria alle Banche sul territorio cinese, 50 basis point entro il 15 Gennaio e altri 50 entro il 25 dello stesso mese. Ciò significa che il sistema finanziario cinese potrà liberare risorse per concedere prestiti eventuali alle aziende, dovendo tenere meno liquidità presso il sistema centrale. Di fatto è una sorta di concessione di liquidità, paragonabile ad una manovra espansiva a favore della crescita.
Questi tre fatti appena richiamati, hanno alimentato il ritorno, almeno temporaneo, di un risk on sui cambi, alimentato da ripresa del UsdJpy, ma soprattutto delle oceaniche, che erano state quasi affondate dal flash crash di settimana scorsa, con movimenti percentuali causati anche dalla scarsissima liquidità a cavallo del mercato asiatico, con il Giappone chiuso e gli algo traders che avevano di fatto catturato una marea di stop su UsdJpy, AudJpy, NzdJpy, GbpJpy ed EurJpy tra le 23.00 e le 24.00.
A questo punto, sui grafici di lungo periodo, il movimento e il crollo della settimana scorsa, accompagnato ad un violento reverse nelle due giornate successive, hanno creato le condizioni per un reverse di lungo periodo sulle principali valute che erano state colpite, in particolar modo le oceaniche. Se osserviamo infatti AudUsd, sul grafico weekly, notiamo la presenza di un classico hammer di inversione chiuso venerdì scorso a 0.7115 con un minimo, udite udite, a 0.6715 realizzato durante il flash crash di mercoledì scorso. Il movimento sembrerebbe indicare la possibilità di una inversione di medio termine, che parrebbe indirizzarsi verso i livelli statici e le medie mobili a 100 e 200 periodi sui grafici daily. Ciò sembrerebbe favore la discesa dei cross, tanto sotto pressione rialzista nel 2019, quali EurAud, ma anche EurNzd ed EurCad. Interessante infatti anche l’evoluzione del UsdCad, che ha violato i supporti chiave posti a 1.3450, e che sembrerebbe puntare, nel medio termine a 1.3140 70 area, dopo i positivi dati sull’occupazione di venerdì scorso.
Insomma, un inizio anno con il botto, come spesso accade, anche se occorre avere prudenza e non fidarsi troppo, perché questo 2019 potrebbe rappresentare l’anno del ritorno della recessione in molte aree, con le conseguenze del caso sulla volatilità e sul timore degli investitori. Occorre avere prudenza, almeno fino a quando non vi sarà maggiore chiarezza, anche se le banche centrali sembrano vigili e non paiono voler lasciare il mercato in balìa delle notizie negative. Anche la Boj infatti, nelle ultime ore, ha richiamato la possibilità di intervento sul mercato valutario,nel caso di eccesso di volatilità. Manteniamo quindi il solito approccio prudenziale, senza sbilanciarci eccessivamente.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
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Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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