Sale l’attesa della Fed dopo il tonfo dei mercati azionari

La settimana scorsa ha mostrato, sui mercati azionari, un sell off delle borse Usa, spaventate dalle deludenti trimestrali di Amazon e Apple, oltre ai timori riguardanti un inasprimento più rapido del previsto da parte della Fed, che Mercoledì prossimo deciderà sui tassi di interesse. Quasi scontato un rialzo di 50 basis points, ma qualche analista parla già di altri 75 punti base di rialzo nella prossima riunione del mese di Giugno. L’inflazione negli Usa è ancora intorno all’8.5%, nonostante, nelle ultime settimane si sia intravisto qualche segnale di rallentamento economico in alcuni indicatori, Mmi in testa, che potrebbero rallentare la domanda nel medio termine e di conseguenza andare a causare un calo dei prezzi. Ma per ora, i numeri ci dicono che l’inflazione ancora non accenna a scendere e quindi la Fed, che peraltro è decisamente in ritardo, secondo molte analisi, rispetto alla curva dei tassi, alzerà i tassi rapidamente, da ora in poi.

Tornando agli azionari segnaliamo che il Nasdaq ad aprile, ha perso il 13%, la massima discesa dal 2008, mentre l’S&P 500 ha ceduto quasi il 9% nello stesso periodo. Il Dow invece ha lasciato sul terreno il 4%. Sui cambi, il dollaro, se osserviamo il dollar index, ha guadagnato nel mese di marzo quasi il 5%, con tutte le valute concorrenti che hanno sofferto la forza della divisa americana. L’Eur ha perso il 5%, lo Jpy il 7.5%, la sterlina il 5.5%, il dollaro canadese il 2.5% e Aud e Nzd rispettivamente il 6.5% e l’8%. Si tratta di percentuali impressionanti perché parliamo di valute e non di azioni e assomigliano molto, come price action e movimenti percentuali, a quanto avevamo visto durante il mese di marzo 2020, al culmine dell’esplosione della pandemia. Da allora, tante cose sono cambiate e oggi, possiamo dirlo, anche in peggio, con una guerra che sembra non avere fine, specie per lo stallo della diplomazia, che non riesce a creare le condizioni per un cessate il fuoco. La situazione macro è assai complessa e diventa difficile non ipotizzare il ritorno della recessione nei mesi a venire, in alcune aree, specie se non si troveranno le condizioni per sbloccare le strozzature dell’offerta e soprattutto le sanzioni alla Russia, in dipendenza di una eventuale fine della guerra, ovviamente.

Questa settimana vedrà la decisione della Fed sui tassi, come notizia predominante, unitamente all’inizio della riduzione del bilancio da 9 trilioni di dollari per un totale di circa 95 miliardi al mese, senza dimenticare i payrolls venerdì prossimo, e soprattutto la decisione della Bank of England e della Reserve Bank of Australia sui tassi, attese entrambe ad un rialzo di 25 basis points.

Per quanto riguarda le materie prime, il petrolio è tornato in area 103.00 e resta nel trading range dell’ultimo mese tra 95 e 108, che sono i due livelli da osservare, mentre il gold sembra ancorato nel trading range 1870 1920, almeno per ora.

Tornando ai cambi, segnaliamo la ripresa di Euro e sterlina di venerdì scorso, per ora limitati, ma comunque un primo segnale correttivo dopo giorni e giorni di price action monocorde, che aveva fatto pensare ad una caduta inarrestabile delle principali valute. La reazione di venerdì però deve trovare conferma nei prossimi giorni, attraverso la violazione di primi livelli che non sono stati ancora superati, per cui per ora il trend resta decisamente a favore del biglietto verde. Tali livelli sono posti a 1.0660 70 su EurUsd, 1.2775 85 sul Cable, 129.00 10 area sul UsdJpy, 0.7175 e 0.6560 rispettivamente su Aud e Nzd. Interessanti le reazioni dei cross EurAud ed EurNzd, così come i livelli di GbpAud e GbpCad. Aspettiamo conferme, ribadendo il fatto che secondo noi, operare sui cross in questo momento, sia meglio che operare sui cambi originali, meno erratici e più solidi tecnicamente.

Saverio Berlinzani per ActivTrades.

Profilo dell’analista

Saverio Berlinzani

Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.

In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).

Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.

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