La paura torna a dominare il sentiment degli investitori

Sui mercati, in questo momento, prevale una certa irrazionalità, dovuta in particolar modo alle tante nubi, macro, geopolitiche e tecniche che si addensano a livello globale.

Negli Usa, ieri, i mercati azionari hanno chiuso in rosso, trascinati dalle preoccupazioni relative ai nuovi lockdown che il governo cinese ha imposto ad una parte della popolazione e su vaste aree metropolitane, comprese Shangai e Pechino, ma anche con riferimento alle interruzioni della supply chain che di fatto costringeranno la Fed a muoversi ripetutamente al rialzo, sui tassi.

E’ altrettanto vero però che da qualche giorno stiamo assistendo alla pubblicazione di dati che, cominciano a mostrare segnali di stanchezza, come le vendite al dettaglio inglesi di venerdì scorso, ma anche i Pmi Usa composite e dei servizi, così come il Chicago National activity index insieme al Dallas Fed manufacturing index, usciti entrambi decisamente inferiori al consensus. E se questa, in qualche modo, dovesse divenire la nuova tendenza, con numeri inferiori alle attese, ciò evidenzierà una domanda in calo, per effetto delle sanzioni alla Russia, dei lockdown per il virus, per i prezzi delle materie prime sempre alle stelle, etc etc. Il che potrebbe indurre la Fed a rivedere il programma di politica monetaria, che attualmente vede circa 7 8 rialzi del costo del denaro da qui a fine 2022. Sarà vero? Noi facciamo fatica a crederlo, ma più per esperienza acquisita in tanti anni di attività, che per una analisi approfondita dei dati, di cui la Fed è certamente più a conoscenza di chiunque altro. Però se è vero che l’autorità monetaria statunitense, ha dimostrato di essere in ritardo sulla curva dei tassi, non è escluso che stia reiterando questo ritardo nell’azione e si rischi pertanto di andare ad alzare i tassi quando il paese non sarà lontano da un rallentamento economico unito ad una inflazione esogena ancora al di sopra dei target, che ha poco a che vedere con la politica monetaria stessa. Lo vedremo, certo è che per ora, non vi è alcun banchiere centrale che ipotizzi l’eventualità di un ritorno della recessione unitamente all’inflazione. E tutti, per il momento, hanno assicurato che non vi sarà stagflazione.

Sul fronte europeo, il Governo tedesco ha rivisto al rialzo le stime sull’inflazione, mentre dalla Bce, per ora, nessun segnale di allarme per il livello della moneta unica, che intanto, ieri, ha toccato dei minimi appena sotto quota 1.0700, in una discesa costante e progressiva, che a breve dovrebbe cominciare a preoccupare qualcuno a Francoforte. Anche il Cable ha proseguito nel suo declino, nonostante il mercato prezzi ancora un rialzo del costo del denaro di 150 basis points da qui all’autunno prossimo. Sterlina che si è stabilizzata leggermente contro euro, rimanendo tra 0.8400 a 0.8445. UsdCad che ha corretto 70 80 pips dopo le parole di Macklem che ha previsto più di un rialzo del costo del denaro, sulla falsariga di quanto la Fed va promettendo. Sullo Jpy segnaliamo, dopo tanta discesa, un ritorno del risk off e della valuta giapponese come asset rifugio, considerato il fatto che UsdJpy ieri ha cominciato a ripiegare sotto quota 128 (anche se stanotte ha tenuto i supporti tornandovi sopra), trascinando con se tutti i cross dello Jpy, specie contro Euro, con EurJpy tornato temporenamente sotto quota 137.00. Man mano che gli altri paesi alzeranno i tassi, mentre la Boj resterà accomodante, lo Jpy tornerà a rappresentare un asset rifugio, da acquistare nei momenti di paura degli investitori. E qualcosa, in tal senso, si intravede.

La settimana riprende pienamente oggi, dopo al festività e tra i dati, attenzione agli ordini di beni durevoli Usa, chissà se daranno qualche segnale che la congiuntura sta rallentando.

Saverio Berlinzani per ActivTrades.

Profilo dell’analista

Saverio Berlinzani

Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.

In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).

Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.

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