Le giornate trascorrono apparentemente in modo monotono, con pochi spunti che si presentano e spesso anche illogici se osserviamo l’andamento dei prezzi in relazione alle questioni esogene che influenzano le price action. Eppure sembrava, specie nel pomeriggio, con i mercati americani nel pieno della loro attività, che qualcosa di razionale potesse accadere, ovvero una discesa dei prezzi dell’azionario Usa, in concomitanza con una ripresa del dollaro e del Gold, secondo quella che è stata per tutto il 2020, la correlazione presente.
Il Gold comprato a difesa delle posizioni long equity viene liquidato se le borse scendono e il dollaro ritorna ad avere quel ruolo di valuta rifugio che gli appartiene ora che tutti i tassi sono vicini allo zero. Eppure in mattinata, nonostante le questioni esogene che riguardano la pandemia, la Brexit, e la battaglia sugli stimoli fiscali tra i democratici e repubblicani a 15 giorni dalle elezioni negli Usa, siano irrisolte e per certi versi anche in alto mare, il mercato aveva venduto dollari e comprato azionario, con il Gold che era tornato in area 1920. Il primo movimento addirittura, era stato del Cable tornato sopra 1.30 nonostante da più parti fosse chiaro che l’accordo tra le due parti fosse ancora in alto mare e nonostante il fatto che da entrambe le parti si parli ormai chiaramente di no deal o di accordo di tipo australiano tra Ue e Uk. Ciò significa che i prezzi di mercato ormai sono assuefatti da eccesso di news e vanno per la loro strada, legati quindi ai posizionamenti in essere e alla necessità di liquidazione a ridosso della decisione finale che, dopo 5 anni, ci libererà da questo enorme fardello che per chi opera sui mercati, ha rappresentato la Brexit. Ad oggi i sondaggi Reuters, mostrano un 40% di probabilità che l’accordo tra le due parti fallisca, in crescita.
Nella notte comunque abbiamo assistito ad una discesa del dollaro australiano dopo che Lowe, Governatore della Rba ha più volte ricordato che è imminente un ulteriore allentamento monetario per sostenere l’occupazione. L’economia Australiana sta sperimentando la peggiore contrazione economica dagli anni ‘30 del secolo scorso, nonostante sembrava che la ripresa fosse in atto, ma questa nuova seconda ondata ha avuto un effetto secondario di cui non si può non tener conto. Affrontare ora la disoccupazione, per la Rba, è una priorità nazionale. Per questa ragione il Board ha cominciato a monitorare e a considerare il peso dell’inflazione effettiva e non quella prevista, nel proprio processo decisionale. Per tale ragione i membri del Consiglio ritengono che sia necessario un sostegno monetario ma anche fiscale per combattere la disoccupazione e far ripartire la crescita. Si è anche discusso, si legge nello statement della Rba, del livello del tasso di cambio del dollaro australiano, anche se non sono state fatte ulteriori dichiarazioni, ma è lecito pensare che si sia parlato della forza eccessiva attuale. I responsabili di politica monetaria, avrebbero anche discusso di acquistare titoli di stato senza portare i tassi in negativo, per allentare ulteriormente le condizioni finanziarie. Il dollaro australiano è sceso fino quasi al supporto chiave, posizionato in area 0.7035-40 e non è da escludere un tentativo a 0.70, prossimo livello chiave. Hanno seguito anche i prezzi del dollaro neozelandese, sceso fino a 0.6570, con i supporti più rilevanti che intervengono a 0.6540 e 0.6510. Salito anche il UsdCad dopo i tentativi di sfondamento dei supporti ieri a 1.3150. Siamo tornati quasi sopra 1.3200 e potremmo, il condizionale è d’obbligo sempre, accelerare verso i target posti a 1.3240-45 area. EurUsd è l’unico che ha tenuto i livelli e non è sceso, tanto che siamo ancora intorno a 1.1780 con dei massimi raggiunti ieri vicino a 1.1800 resistenza chiave.
Per ora quindi su altre coppie valutarie abbiamo notato un aumento del risk off, mentre sull’Euro non ancora. Chi mente? Sarà interessante cercare di comprenderlo.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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