Lo yen ha perso terreno nei confronti del dollaro dopo che Kuroda ha affermato che il target di inflazione resta lontano, facendo intendere che la politica monetaria resterà molto accomodante ancora a lungo.
Un po’ di baraonda ce l’abbiamo con qualche missile volante nel medio oriente, che per adesso il mercato guarda con curiosità ma senza preoccupazione.
Ci sono poi voci di alleanza Putin/Trump per cercare di normalizzare la situazione coreana, con una mano esterna da parte del Giappone che ha emanato sanzioni restrittive nei confronti del regime di Kim congelando gli asset di 35 gruppi e di esponenti vicini al dittatore.
Ottobre si è chiuso confermando una volatilità ristretta, che però sulle valute sta creando delle compressioni interessanti e che seguirò molto da vicino perché potrebbero emergere nuovi pattern più direzionali. Ad esempio, sto studiando il cambio euro/sterlina sul prezzo di equilibrio di 0,8845.
In Italia pare che le elezioni siciliane facciano registrare una nuova debacle del partito di maggioranza governativa, segnale questo che manda nuove prospettive di instabilità per il nostro paese, e che potrebbero – sia pure in misura ridotta – riversarsi in negativo sulla recente contrazione dello spread Bund/Btp e sulle prospettive future del settore bancario, atteso in questa settimana a importanti messaggi delle trimestrali in uscita.
In tal senso Intesa sarà ovviamente in prima fila ad essere seguita.
Uno sguardo ai principali pattern di prezzo sui listini strumenti finanziari da me monitorati indica che siamo anche in prossimità di livelli psicologici, oltre che tecnici, quali ad esempio:
- 13.500 per il Dax
- 23.000 su Piazza Affari
- 2.600 per SP 500
- 6.300 per Nasdaq
- 1.500 per Russell
Anche in questo caso la compressione di volatilità suggerisce comportamenti attenti e cauti, quantunque permanga la sensazione – ma direi più che altro la visibile evidenza – che non ci troviamo in presenza di borse pronte e abilitate per il ribasso sempre più desiderato dalla maggior parte dei traders.
Il Vix ha chiuso sotto 11 e quindi bisogna individuare i temi, più che guardare la situazione globale.
L’apertura odierna è debole sulle banche europee, e quindi questo potrebbe essere un settore da monitorare attentamente per le sue più dirette correlazioni con l’Eurostoxx e in parte con Ftse100. Quest’ultimo è stato finora favorito dalla debolezza recente della sterlina, che si trova a combattere con il prezzo tondo di 1,30.
Il dollaro è però forte; una robustezza secondo me più che altro attribuibile alla leadership di Trump piuttosto che alle previsioni sul rialzo dei tassi di interesse, che il mercato credo abbia già abbastanza scontato.
Il nuovo chairman della Fed, Powell, viene visto come segno di continuità con i desideri del presidente e anche questo è un segnale generico di Buy America, e conferma di una Fed attenta a non esasperare le leve dell’economia come vediamo anche dalle quotazioni odierne del T Bond.
Sotto quest’aspetto resto dell’idea più volte espressa, e cioè che alla prima Banca centrale del mondo ciò che maggiormente interessa è pilotare una eventuale (ripeto, eventuale) discesa delle borse da questi livelli in modo molto morbido, non avventato, senza indurre panico nei risparmiatori.
Paradossalmente, titoli di Stato sempre molto cari sterilizzano le attese di forti tracolli sui mercati azionari, proprio perché con questi bassi rendimenti riducono l’appetibilità di eventuali alternative a comprare azioni.
In dettaglio ecco i livelli di equilibrio/top/bottom – calcolati per la seduta odierna – dei principali strumenti finanziari da me monitorati:
- Dax: 13.470- top a 13.560, bottom 13.380
- Eurostoxx: 3680- top a 3703, bottom 3654
- Bund: 162.82- top a 163.23, bottom 162.42
- FtseMib40: 22.950 – top 23.100, bottom 22780
- Sp500: 2580, top 2593 bottom 2567
- Nasdaq: 6276, top 6340, bottom 6225
- Dow Jones: 23.443, top 23.557, bottom 23.316
Buon trading a tutti
Giovanni Lapidari per ActivTrades
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