Ancora una giornata che potremmo definire interlocutoria sui mercati, anche se i listini azionari, continuano a mantenere i guadagni realizzati nel mese in oggetto. Specie quelli americani, dall’inizio del mese, hanno realizzato performance di tutto rispetto, comprese tra il +3.98% del Dow Jones, al + 8.96% del Nasdaq con l’S&P che ha realizzato il 6.05%. Non solo sono stabili quindi, ma sembrano aver digerito anche le cattive notizie che ancora giungono dal fronte della guerra. I listini azionari inglesi e tedeschi invece, non hanno realizzato performance altrettanto interessanti nel mese di marzo, con il Ftse 100 che è ancora a -0.29% sul mese mentre il Dax si trova a -1.08%, segno che la vicinanza geografica alle ostilità rende gli investitori decisamente più incerti.
Sul fronte valutario, abbiamo notato ugualmente una tenuta dell’Euro, che dopo aver testato i minimo a 1.0965 ieri, ha reagito riportandosi abbondantemente sopra quota 1.1020, non riuscendo però, almeno per ora a violare le resistenze chiave a 1.1050. Occorre sottolineare che le dichiarazioni di Jerome Powell, ma anche di Christine Lagarde, hanno evidenziato la necessità di un intervento sui tassi, con Powell che addirittura è convinto che ci saranno 10 rialzi dei tassi da qui ad un anno, mentre per la Bce ce ne saranno almeno un paio dal secondo semestre in poi. Il mercato, nei prezzi attuali, sembra aver già scontato questi rialzi, oppure non crede che negli Usa ve ne saranno così tanti, perché ci si attende un rallentamento economico che le condizioni attuali, tra colli di bottiglia e guerra, andranno a causare. Nessuno è convinto, tra gli stessi banchieri centrali, che il mondo possa cadere in un periodo di alta inflazione e bassa crescita, anche se a dire la verità, il solo fatto di parlarne, rende tutto ciò come una eventualità che qualcuno sta inserendo nelle varie probabilità, anche se per il momento non sembrano esserci conseguenze così pesanti nell’industria e nella distribuzione. Ma è probabile, che gli effetti delle sanzioni emergeranno dal secondo trimestre in avanti.
Sull’Euro quindi abbiamo detto, e fino a che resta al di sopra dei supporti chiavi, va tutto bene e non crediamo che la Bce per il momento, sia preoccupata del livello della moneta unica, e solo sotto 1.0700 potrebbe temere un aumento dell’inflazione importata da un tasso di cambio eccessivamente debole. Non dimentichiamo poi che le materie prime pagate in dollari, sia per i prezzi che hanno raggiunto, ma anche per il livello del biglietto verde, possono subire ancora rialzo che possono deprimere il recupero della crescita nei paesi più fragili, come il nostro, per esempio. L’uscita della bilancia commerciale negativa per 5 miliardi, causata dall’aumento dell’import di energia, è un pessimo segnale di quel che potrebbe accadere al nostro paese, se le ostilità tra Russia e Ucraina dovessero continuare nel medio termine. Per di più si legge che l’Italia vorrebbe partecipare attivamente al conflitto, per ora inviando armi, ma domani chissà, a livello macro tutto ciò non farà altro che peggiorare una situazione già difficile. Si legge infatti, che mezzo milione di aziende non sarebbero state in grado di pagare le prime rate fiscali del 2022, altro segnale che ci dovrebbe far riflettere.
Tornando alle varie coppie valutarie, segnaliamo EurGbp tornata a ridosso di 0.8300, mentre EurJpy invece è decollato e ha superato quota 133.60, per effetto di un UsdJpy sugli scudi, incapace di fare correzioni, e salito addirittura a 121.40 nella notte. Non sembrerebbero esserci grandi ostacoli fino a 121.80, prossima resistenza, al di sopra della quale, potremmo addirittura vedere il massimo del giugno 2015 a 126.00.
Sul fronte dati attenzione all’inflazione inglese alle 8.00, attesa in salita a febbraio su base mensile (+0.6%) con il dato annuale atteso addirittura oltre l’8%.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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