Viviamo, in questi giorni, ancora una fase interlocutoria di mercato, in mezzo a tante incognite e relative incertezze riguardanti le prospettive future del dollaro e delle altre valute, nel bel mezzo di una guerra valutaria incessante, causata, è vero da Trump, ma in realtà nata anche come conseguenza di una manipolazione persistente da parte di alcune aree del mondo ai danni di altre.
Trump ha imposto i dazi a paesi accusati di manipolare artificiosamente il tasso di cambio, Cina in testa, con il UsdYuan che naviga in area 6.88 quando la parità dei poteri di acquisto, secondo alcuni studi, dovrebbe essere intorno ai 5 yuan per dollaro, ma per ora ha sortito effetti ridotti a causa delle ritorsioni che i Cinesi, automaticamente, hanno imposto ai prodotti americani.
La forza del dollaro è ovviamente legata alla più performante congiuntura americana rispetto ad altre aree e quindi è ovviamente legata al delta tasso di sconto (differenziale dei tassi) che esiste tra gli Usa e i paesi concorrenti, ampiamente a vantaggio del biglietto verde, ma ci sono incognite che è bene ricordare. La prima riguarda il fatto che il ciclo di rialzo dei tassi Usa, sembrerebbe volgere al termine, con uno o due rialzi previsti per il 2018 e forse uno o due nel 2019, anche se riteniamo che potrebbero essere ridotti. La conseguenza è che il mercato sta già scontando una certa neutralità prossima futura da parte della Fed, mentre su altre aree, euro in testa, si assiste a dichiarazioni incentrate sulla eventualità di uscita dai Qe (Quantitative Easing).
Detto ciò vi sono poi incognite legate ad un possibile impeachment di Trump per questioni sempre esogene alla politica, che potrebbero causare una discesa, anche importante, dei mercati azionari Usa a cui seguirebbe anche un inevitabile crollo del biglietto verde. Oltre a ciò non dobbiamo dimenticare la necessità degli americani, di indebolire il dollaro per dare fiato ad una bilancia commerciale che da troppi anni oscilla tra i 40 e i 50 miliardi di dollari di deficit mensile che e’ una cifra enorme che Trump vuole assolutamente correggere.
Questo lo scenario, in mezzo al quale, non dimentichiamolo mai, vi sono poi situazioni differenti per altri paesi, come le difficoltà della sterlina, legate alla brexit ma non solo, anche ad una congiuntura economica che stenta a ripartire, proprio per le incognite legate ai difficili negoziati tra Ue e Uk.
Poi le valute oceaniche, legate a paesi che risentono delle tensioni Usa Cina sui dazi, e che per ora, appaiono in rallentamento economico strutturale e non sono ancora riusciti a rilanciare consumi, investimenti e inflazione.
Per quanto riguarda l’Australia, alle prese con un governo in pieno rimpasto, segnaliamo che il il Ministro del Tesoro Morrison ha vinto il ballottaggio all’interno del partito liberale per diventare leader, diventando cosi Primo Ministro, con 45 contro 40 voti. Ciò è avvenuto dopo le dimissioni di Turnbull.
Tornando all’Europa, non si deve dimenticare che ci avviamo verso un autunno che sarà molto delicato per noi, in quanto nel vecchio continente, non si allentano le tensioni, con l’Italia a fare da ago della bilancia del sostenibilità dell’euro nel medio e lungo termine. I rischi sono evidenti, e la finanziaria sarà un banco di prova estremamente rilevante.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
I vantaggi di fare trading con ActivTrades
- Fai trading con ActivTrades, no commissioni nè costi nascosti per aprire o chiudere un ordine;
- Stabilisci il tuo rischio, negozia a partire da un micro lotto e massimizza la flessibilità del tuo trading con leva;
- Puoi fare trading 24 ore al giorno, ActivTrades ti fornisce assistenza dalle 11 p.m. della domenica fino alle 11 p.m. del venerdì;
- Metti in pratica le tue capacità con le migliori piattaforma di trading;
- Webinar settimanali e formazione personalizzata con formatori specializzati;
- Prova la demo gratuita oggi stesso – REGISTRATI QUI