Ripresa della settimana un po’ fiacca, con il mercato che, al solito, quando si calma, comincia a comprare dollari strutturalmente, per sfruttare il delta di tasso tra il biglietto verde e le altre valute, mentre quando improvvisamente si rianima la ragione è spesso dovuta e causata da vendite di divisa americana. Ma questa è la classica price action che evidenzia la differenza tra valute rifugio e valute da investimento.
Il dollaro, che è chiaramente valuta da investimento, perché è l’unica che offre, tra le majors, un rendimento unito ad una certa sicurezza, in questa fase è anche un porto sicuro, pertanto potremmo anche definirla valuta rifugio in un periodo di incertezza globale generata dai dazi e dai timori di un rallentamento economico che potrebbe in futuro anche trasformarsi in una recessione. Detto ciò però la price action del dollaro continua a mostrarsi come tipica di una valuta da investimento, ovvero sale lentamente e scende molto velocemente, nei momenti di aumento del risk off. Risk off che però pare essere latente e molto defilato, dato che i mercati azionari, specie quelli Usa, continuano a sovraperformare, e non offrono alcun segnale chiaro di inversione tecnica. Ricordo ancora che il Dow Jones a 20.000, un paio di anni orsono, destava preoccupazione per timori di un crollo e oggi siamo a 27.200. In ogni caso Trump continua a lamentarsi di un dollaro troppo forte, ma dovrebbe rendersi conto che per ora, gli investitori prediligono ancora la valuta Usa perché altrove i timori di una recessione paiono decisamente più evidenti.
Tra queste aree l’Europa forse è quella su cui si concentrano le maggiori preoccupazione e probabilmente è questa la ragione della discesa della moneta unica, tornata sotto quota 1.1200 questa notte. Giovedì è attesa la decisione della Bce sui tassi, e anche se resterà tutto invariato, molto probabilmente assisteremo al solito commento dovish di Draghi, impegnato nel tentativo di sostenere l’economia del vecchio continente che pare in rallentamento, soprattutto in Germania. E il Governatore non si lascerà sfuggire l’occasione per alimentare le aspettative di un mantenimento degli acquisti di titoli, e magari pure di un’ulteriore estensione del Qe. EurUsd che sembra quindi nuovamente indirizzato verso i target e precedenti minimi a 1.1110 20 e che di fatto trascina con sè altre coppie di valute, sterlina in primis, schiacciata anche dal peso di una Brexit che sempre di più alimenta voci di un no deal, soprattutto dopo che probabilmente Boris Johnson sarà eletto alla guida dei Tories. La sensazione però è che vi sarà ancora un rinvio, almeno fino a quando non sarà trovato un accordo all’interno del partito su una linea da seguire con l’Europa che sia condivisa e che porti ad un risultato diverso da quello ottenuto dal predecessore di Johnson alla guida dei conservatori, ovvero Theresa May. Cable vicino ai minimi con un supporto a 1.2440 seguito da 1.2390. Solo al di sopra di 1.2560- 70 potremmo parlare di possibile inversione, mentre fino a che si resta sotto, l’eventualità di un’ulteriore scivolamento anche fino a 1.2000 non è da escludere da qui a fine ottobre. Sulle oceaniche assistiamo ad una correzione dopo i recenti guadagni, per effetto trascinamento da parte del biglietto verde, che ovviamente non può non avere alcun effetto su queste valute, ma dall’altro lato non scalfisce il trend che pare ancora rialzista, sui grafici a 2 e 4 ore. Risale invece AudNzd dopo il test dei supporti a 1.0380. Solo il superamento di 1.0490 con conferma di 1.0540, però, farebbe pensare ad una inversione del trend in atto, ancora ribassista. Interessante evoluzione del UsdCad, in risalita dopo i dati negativi di ieri sulle vendite commerciali, uscite negati dell’1.8% contro attese di +0.5%. Il cambio ha rotto il precedente massimo a 1.3095 00 e si è posizionato sul secondo massimo visto il 10 luglio a 1.3145, la cui rottura e violazione aprirebbe la strada al test di 1.3250 60, livello di swing interessante. Infine un occhio ai cross GbpCasd e AudCad, che grazie a questo indebolimento dello Jpy, dovrebbero continuare nella loro fase di correzione rialzista. Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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