“Potremmo avere una giornata di volatilità apparentemente non molto adatta a coloro che cercano nuovi spunti dopo i rialzi di queste sedute” Questo era l’inizio della newsletter di ieri.
Non ci siamo andati molto lontani. Le resistenze sui listini Usa si sono fatte sentire: hanno attratto a sé Nasdaq e in parte Sp500, ma il 23.600 di Dow ha fatto da spauracchio e le incertezze di Fed sul futuro dell’economia insieme ai tracolli sul Dax hanno creato scompiglio sull’indice americano Dow Jones che esprime l’andamento dei titoli industriali.
Le news su ipotesi di restrizione di liquidità in Giappone, citate ieri, hanno secondo me incrementato la paura di inflazione non stimabile e dato via a prese di profitto, che maggiormente abbiamo visto ieri sul Dax. Qui pesa la salita di euro, causata anche da crescita dei prezzi delle materie prime.
Dax ieri ha davvero passato una brutta giornata, somatizzando in ritardo di un paio di giorni le incertezze politiche del governo Merkel. La chiusura ufficiale a 13.009 delle 17,35 non realizza il mood della seduta, che peraltro ha chiuso vicino ai minimi in area 12.980.
Urge oggi un pronto recupero, possibile ma non facile e comunque da prendere con grande prudenza: come accennavo ieri, la media a 200 su time-frame orario è rotta in modo visibile e credo che molti operatori ne terranno buon conto, insieme al fatto che 228 punti di range sono comunque tanti e sui trader in forte leverage hanno sicuramente pesato.
I volumi delle borse sono stati relativamente modesti, a conferma che dove abbiamo avuto cali sensibili questi sono stati provocati da stop loss di mano secondaria e non primaria.
Le banche, meno sensibili al fattore cambi, hanno visto progressi generati anche dal calo delle obbligazioni, ma in Europa se il Dax prende il raffreddore non si può escludere che qualche bacillo arrivi anche su altri listini, e che in vista della pausa americana del Black Friday si possa passare all’incasso dei profitti conseguiti sui recenti rimbalzi: infatti, ieri mi aspettavo sinceramente più tutela da parte di mano primaria su certi livelli (ad esempio, su 13.080 di Dax e 3.565 di Eurostoxx), e così invece non è stato. Idem su determinati cross, quali quelli su Yen. Questo non è un indizio rialzista su mercato azionario.
In dettaglio ecco i livelli di equilibrio/top/bottom – calcolati per la seduta odierna – dei principali strumenti finanziari da me monitorati:
- Dax: 13004 top a 13.150, bottom 12.775
- Eurostoxx: 3559 top a 3590, bottom 3514
- Bund: 163.05- top a 163.52, bottom 162.58
- FtseMib40: 22.400 – top 22.650, bottom 22100
- Sp500: 2594, top 2607 bottom 2579
- Nasdaq: 6386, top 6431, bottom 6343
- Dow Jones: 23480, top 23.630, bottom 23.310
Buon trading a tutti
Giovanni Lapidari per ActivTrades
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