Dopo le decisioni delle banche centrali, atte a sostenere con liquidità praticamente infinita i mercati, sono cominciate le correzioni al rialzo per i mercati azionari e, di conseguenza, anche il mercato valutario ne ha beneficiato sensibilmente. Le correzioni, che avevamo richiamato nelle scorse sedute, specie sulle oceaniche, hanno cominciato a manifestarsi con rialzi di AudUsd e NzdUsd che ormai dai minimi, sono dell’ordine percentuale dell’8% circa, con 500 pips di rialzo circa di AudUsd dai minimi di 0.5510 e 420 pips per NzdUsd pari a circa il 7%. Anche UsdCad ha finalmente mollato la presa scendendo dai massimi di 1.4650 di circa 300 pips pari a poco più del 2%. Anche EurUsd e Cable hanno rialzato la testa, salendo di 200 pips il primo pari a circa il 2% e 430 pips il secondo pari 2.4%. Insomma movimenti che dopo il collasso che avevamo osservato la settimana precedente rappresenta un movimento ancora parziale e limitato. Si tratta quindi di una prima correzione verso la quale dobbiamo andare a cercare i futuri livelli da dove, presumibilmente, ripartiranno le discese, perchè anche se le banche centrali, per ora, hanno messo un freno a questa emorragia di valute diverse dal dollaro, la sensazione che il movimento non si sia esaurito definitivamente, è presente in tutti noi. Pertanto occorre andare a cercare i livelli obiettivo di questa onda correttiva che potrebbe durare ancora qualche giorno, specie se Wall Street verrà continuamente alimentata dalle dichiarazioni dell’amministrazione Trump.
Se partiamo proprio dal Cable, scopriamo che sui grafici H4, l’eventuale superamento di 1.1930, che rappresenta il massimo della prima correzione violenta vista Venerdì scorso, aprirebbe la strada al retest dei livelli di 1.2020 e 1.2130 e 1.2190, precedenti minimi intorno ai quali i prezzi avevano swingato ripetutamente e che ora rappresenterebbero degli eventuali punti di primo obiettivo. Solo in quelle aree potremo eventualmente cercare delle correzioni al ribasso, che potranno dirci, a seconda della loro intensità, se riprenderemo a scendere nel trend originario oppure se andremo a fare ultimi tentativi al ribasso per costruire invece un movimento di medio e lungo termine rialzista. Lo stesso scenario è presente sulle altre coppie valutarie, con grafici molto simili e tipici di un mercato dollarocentrico quale è quello che osserviamo in questo periodo, che stride rispetto a quel che in linea teorica dovrebbe essere una fase di risk off, nella quale generalmente, ogni rapporto di coppia valutaria vive movimenti suoi a seconda di quale sia la valuta rifugio e quale quella invece da investimento, con la valuta rifugio dominante.
In questa circostanza quindi, la correlazione vigente di risk off coincide paradossalmente con la correlazione classica (quella dollarocentrica per cui se il dollaro sale contro una valuta sale anche contro un’altra) ma solo ed esclusivamente in ragione del fatto che, avendo tagliato drasticamente i tassi ed essendo ancora l’unico paese ad aver offerto rendimenti degni di tal nome fino a pochi mesi fa, gli Usa e quindi il dollaro, rappresentano la valuta rifugio per eccellenza, ancor più dello Jpy. Ciò è in contrasto con quanto, in passato, si è notato durante le grandi crisi rispetto all’andamento del UsdJpy che nel 2010, alla fine della crisi Lehman, andò addirittura a testare quota 75.00 mentre oggi lo troviamo, nel pieno della crisi, a 111.20. La storia in questo caso non si è ripetuta. E le ragioni, oltre a quelle sopraccitate, sono legate alla presenza di una Boj attiva e decisa a non far salire la valuta. Per quanto riguarda quindi, le oceaniche ci aspettiamo ancora un movimento correttivo di circa l’1% per poi arrivare su resistenze chiave che non sarà facile rompere, mentre forse UsdCad, al ribasso trova maggiore spazio di discesa con target intorno a 1.4150. Lo stesso dollar index che di massimo ha raggiunto quasi quota 104.00, potrebbe tornare, in questa fase, anche fino a 100.00, livello dove poi andranno considerati molti fattori prima di eventualmente ipotizzare nuovi scenari. Per ora quindi lo scenario sembra ancora correttivo, ma si deve sempre fare attenzione ai colpi di coda, dato che è un mercato estremamente volatile.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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