L’oro è da sempre considerato il bene rifugio d’eccellenza, ma offre certezze? La risposta è NO, e anche se questo potrà deludere tanti risparmiatori, è la verità.
Solo alcuni anni fa si formulavano previsioni di balzi ben oltre i 2.000 dollari l’oncia e addirittura qualcuno ipotizzava prezzi futuri di 3.000 e 4.000 dollari. La realtà il mercato li ha smentiti, il prezzo dell’oro lo scorso anno ha raggiunto quotazioni vicine ai 1000 dollari, un valore del 45% in meno dei massimi precedentemente toccati.
Le ragioni di un mezzo flop dell’oro sono tante, ma una su tutte pesa il rafforzamento del dollaro. È pur vero che i parametri rispetto ad altri indicatori finanziari confermano l’attuale trend di propensione dei mercati a disinvestire dagli “asset” a maggiore rischio, per primo l’azionario, favorendo quelli più sicuri, fra i quali l’oro è in testa. Ma la crisi e le forti imposizioni fiscali sui patrimoni, adottate in molti Paesi, portano a recuperare liquidità.
Dove la si rinviene?
Nel bene rifugio che ha dato migliori risultati, consentendo plusvalenze spesso elevate, cioè nell’oro, anche fisico, gli occidentali vendono e gli orientali acquistano. L’andamento dei prezzi dipende proprio da questo rapporto di forze.
Chi prevarrà?
Nel medio-lungo termine probabilmente i compratori. Quindi il prezzo dell’oro salirà di nuovo, confermando ancora una volta la funzione dell’oro come garante della protezione patrimoniale dall’inflazione reale, che è sempre stato il suo ruolo storico nel tempo. Attenzione comunque alle oscillazioni; dipendono dal fatto che anche questo metallo prezioso è in parte correlato all’andamento dei mercati finanziari.
Questo il grafico in tempo reale dell’Oro
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