Il trading online è una attività nella quale sui profitti vanno pagate le tasse, stiamo parlando del cosiddetto capital gain.
Come capital gain si intende la differenza tra il prezzo di vendita e quello di acquisto di uno strumento finanziario, come ad esempio azioni, forex, commodities, indici, ecc…
Lo stato italiano il regime tributario dei capital gain prevede due diverse aliquote, 12,5% e 27% a seconda degli investimenti finanziari dai quali si è ottenuto.
Già da alcuni anni si è generalizzato l’importo da pagare allo stato per il capital gain passando dal 12,5% al 20% e da luglio 2014 un ulteriore scalino che lo ha portato fino al 27%. Il “vecchio 12,5% rimane solo per titoli di stato e pochi altri.
Alla domanda quale è l’importo da pagare sui profitti dell’attività di trading, la risposta è il 27%. Sia che si svolga l’operatività sul forex o su opzioni binarie, le tasse da pagare sull’eventuale plusvalenza è del 27%.
Come si devono pagare le tasse sul capital gain?
Prelievo e versamento della tassa sono a carico del broker o banca solo se fungono da sostituto d’imposta, altrimenti è la persona fisica che dovrà dichiarare l’ammontare totale dei profitti e delle perdite a dover pagare la tassa (il pagamento avverrà attraverso la dichiarazione dei redditi).
Se si svolge l’attività di trading con una banca o un broker italiano, è molto probabile che faccia anche da sostituto da imposta, alleggerendo il compito del cliente.
I migliori broker che offrono servizi di trading su forex che fanno da sostituto da imposta sono ActivTrades e Markets. Questi due broker anche se si pongono come sostituto di imposta, il cliente può chiedere che non venga applicato il regime dichiarativo ma quello amministrato.
Meglio il regime dichiarativo o quello amministrato?
Prima di dare un risposta spieghiamo chiaramente le differenze:
Chi ha scelto il regime dichiarativo riceve i proventi senza ritenute di imposta, e deve preoccuparsi di calcolare e indicare lui stesso nella dichiarazione dei redditi quanto versare allo Stato come imposta sul capital gain complessivo.
Per chi sceglie invece il regime del risparmio amministrato, è la Banca o il Broker che preleva l’imposta dalle plusvalenze derivate dalle attività svolte e la versa allo Stato con cadenza mensile.
Tra i due, anche se più brigoso, il più conveniente è quello a regime dichiarativo, in quanto, il calcolo fa fatto alla fine dell’anno e si pagano solamente gli effettivi profitti già togliendo commissioni, spread e costi vari.