Abbiamo chiesto ad un vero esperto dei mercati finanziari, Gianluca Polito di BrokerAffidabili, di rispondere ad alcune delle domande più delicate che ci vengono poste.
Il Dott. Polito ha conseguito la laurea cum laude in Finance and Risk Management ed è attualmente un dottorando in “Finance” all’Università della Svizzera Italiana in collaborazione con lo Swiss Financial Institute ed è quindi la persona più indicata per far chiarezza una volta per tutte su alcuni dei dubbi più comuni dei nostri lettori.
Cominciamo subito.
Cosa è meglio per iniziare ad investire tra ETF, azioni ed immobiliare?
L’immobiliare, a differenza delle azioni e degli ETF, richiede una cifra iniziale decisamente alta: servono per lo meno 250-300mila € per poter acquistare una piccola casa in una città nella quale il mercato immobiliare ancora avanza, come ad esempio Bologna, Roma o Milano.
Difficilmente un investimento immobiliare in un piccolo paesino in mezzo al nulla si rivela un buon investimento.
Quindi, nel caso in cui non si disponga di una cifra considerevole e non si possa o voglia accendere un mutuo, questa ipotesi non è da prendere in considerazione, come spesso accade per i piccoli investitori.
Rimanendo nell’ambito finanziario, comprare ETF espone meno ad errori che fare asset picking e costruire il proprio portafoglio sulla base di valutazioni personali.
Esistono ETF che cercano di replicare il rendimento di qualche variabile benchmark di mercato, non cercando di “outperformare”.
In poche parole, i gestori costruiscono il fondo tramite modelli di portfolio management in modo tale che il tracking error del rendimento sia il minimo possibile. Il tutto garantendo un prezzo di acquisto spesso ben minore di quello dello strumento, o strumenti, benchmark di riferimento.
Ad esempio, volendo semplificare, investendo in un ETF che replica gli indici americani si avrà:
- Rendimenti positivi se la borsa americana avanza
- Rendimenti negativi se la borsa americana scende
Inoltre, questo tipo di ETF è solitamente a gestione passiva: le commissioni di gestione sono nulle o molto basse.
In linea generale, investendo in ETF, si affronterà solo la componente di rischio sistemica, poiché questi strumenti tendono ad essere molto diversificati.
Questo, invece, non avviene se si decide di investire in azioni: ci sarà anche la componente specifica di rischio, oltre alla sistemica.
Ovviamente, quando uno strumento è molto diversificato, come nel caso degli ETF, i risultati attesi dell’investimento (sia perdite che profitti) saranno tendenzialmente contenuti a causa della relazione E-V (ritorno atteso-rischio).
L’analisi tecnica ha validità scientifica?
Assolutamente no.
L’analisi tecnica è un modello più comportamentale che tecnico, in altre parole: gli investitori tendono ad agire in un certo modo quando il prezzo di uno strumento si comporta in un certo modo.
Alle volte, le aspettative che gli investitori hanno quando un titolo rompe una resistenza o un supporto generano il movimento atteso. Si tratta di aspettative che si autoalimentano e auto-concretizzano.
Quindi, l’analisi tecnica non è di certo una scienza esatta, se no saremmo tutti ricchi.
Oggi, per di più, la finanza è governata da algoritmi programmati per fare trading. Ciò rende il tutto molto imprevedibile perché, qualora cambi leggermente un criterio dei vari algoritmi, il movimento effettivo può deviare abbondantemente da quello atteso.
Il mio consiglio è di concentrarsi sul valore delle cose, non sulla speculazione e sui movimenti.
Trovo che alcuni indicatori di analisi tecnica siano tuttavia utili, ma più per il timing che per la scelta dell’asset.
Gli esperti di trading come predono il mercato Forex? Ci si affida solo ai grafici?
Il Forex contrariamente a quanto si possa pensare è alquanto complesso.
Il valore di una valuta dipende in gran parte dalla politica monetaria del paese che la adotta.
In realtà i movimenti sui grafici sono solo il risultato di ciò che avviene sul mercato (domanda e offerta), che a sua volta dipende da diversi fattori, tra i quali proprio la politica monetaria.
Un portafoglio Buy and Hold è una cattiva idea?
No, non direi.
Anzi, se fatto con criterio, il “buy and hold” su orizzonti temporali medi è la strategia migliore che un investitore comune possa adottare:
- Diminuisce le prospettive di fare trading emotivo;
- Evita il consumo di tempo impiegato nel guardare le quotazioni diverse volte al giorno;
- Evita di chiudere posizioni in perdita prematuramente;
Tuttavia, ci sono anche dei lati negativi. Io terrei sempre un occhio sull’andamento. Magari, si potrebbero impostare dei take profit e degli stop loss.
E’ comprovato che, alla lunga, gli investitori che inseguono il valore piuttosto che il trading stretto o la speculazione riescono ad avere prestazioni migliori.
Se investi in una azienda che fattura un sacco di soldi, è molto probabile che il buy and hold avrà risultati migliori rispetto ad un investimento sui titoli che vanno di moda e sui quali si specula molto, come Tesla un po’ di tempo fa o Beyond Meat in estate.