La diversificazione è uno degli strumenti più importanti a disposizione dei trader e degli investitori per gestire il rischio. Se studiata correttamente permette di migliorare le performance senza aumentare proporzionalmente il rischio.
In pratica la diversificazione diminuisce la possibilità di guadagni elevati ma in cambio riduce la possibilità di perdite eccessive.
Esistono vari tipi di possibile diversificazione, ed è proprio di questo che è descritto in questo articolo.
Metodologie di diversificazione più comuni
1) La diversificazione di asset
La diversificazione fra asset che hanno bassa correlazione tra loro (ad esempio, materie prime, azionario, valute, etc.) migliora la performance globale degli investimenti a parità di rischio. In questo modo si riduce l’esposizione al rischio, in quanto diminuisce il cosiddetto “rischio specifico” legato a una singola classe di prodotti finanziari, mentre non elimina il “rischio sistematico” legato alla congiuntura del mercato economico mondiale, cioè alle sue normali oscillazioni.
In pratica, se avete in portafoglio solo azioni, il risultato dell’investimento è legato eccessivamente alle sorti di un determinato strumento finanziario, per cui state correndo un rischio troppo elevato.
Un portafoglio ben diversificato per classi di asset è una delle principali componenti che permettono di creare il portafoglio ottimale.
2) La diversificazione di prodotti della stessa classe di asset
Nessun investitore dovrebbe avere un portafoglio il cui andamento è legato esclusivamente alle sorti di singoli emittenti di strumenti finanziari.
Concentrando un investimento in singoli prodotti o titoli, ci si espone a un tipo di rischio che non è controllabile, e il rischio diventa incertezza, che è qualcosa di non calcolabile. E’ possibile, anche in questo caso, ridurre i rischi specifici investendo, ad esempio, non in una singola azione come può essere la Fiat, ma in un paniere di azioni che rappresenti una quota molto ampia dell’intero mercato. Ciò, però, non elimina il rischio sistematico legato al mercato azionario internazionale che oscilla intorno al 20% annuo. Questo vuol dire che investendo 1.000 euro in un anno qualunque, alla fine dell’anno successivo possiamo avere 8.000 euro o 12.000 euro.
3) La diversificazione dei sistemi di trading
Combinare sistemi di trading, automatici o non, che siano correlati in maniera inversa o non correlati fra loro, posso permettere di migliorare il rapporto fra profitto e massima perdita.
La bassa correlazione tra i sistemi di trend following e sistemi di speculazione di breve periodo, possono diminuire le perdite complessive grazie alla performance combinata dei due sistemi di trading. Si tratta quindi di uno dei metodi più efficaci per migliorare il rendimento degli investimenti riducendo contemporaneamente il rischio.
In pratica, per implementare questa diversificazione conviene avere due o più conti di trading separati, uno per ciascun distinto sistema di trading (trend following e non), in modo da evitare il problema di operazioni in conflitto fra loro per lo stesso asset.
4) La diversificazione totale
Occorre diversificare gli investimenti a lungo termine nel proprio portafoglio, e non investire solo nel settore finanziario o immobiliare. Bisognerebbe trovare un mix ideale, che varia a seconda di vari fattori, tra liquidità e investimenti sui mercati monetario, obbligazionario, azionario, immobiliare, energetico, etc.
Una diversificazione si estende un po’ a tutto, perché occorre cercare di coprirsi anche da altri tipi di imprevisti: truffatori, default di banche o società di intermediazione, etc.
Ogni investitore, dovrebbe quindi diversificare anche le piattaforme di investimento e le banche su cui ha i propri risparmi. Non bisogna tenere tutta la liquidità in un unico conto corrente o una singola piattaforma di trading o affidare i propri investimenti ad un unico consulente finanziario.
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