Sono molti i commenti dopo la decisione dell’ESMA (autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati) di vietare le opzioni binarie, limitare la leva e imporre nuovi requisiti per quello che riguarda il trading su CFD per i broker europei.
L’obbiettivo principale dell’Esma è quello di tutelare i piccoli investitori impedendo che possano perdere più di quanto abbiano investito, ma ci sono degli errori di fondo sulla nuova regolamentazione che potrebbero mettere di fronte a nuovi pericoli i trader europei.
La riduzione della leva finanziaria ha creato grandi dubbi: ok ridurre le grandi leve come per esempio 1.400 pericolosa se usata in modo dilettantesco, ma abbassarle troppo, come invece previsto dal nuovo regolamento, questo potrebbe avere riscontri negativi come:
- rischio fuga verso broker dei paesi come Seychelles e British Island con meno garanzie per cliente;
- saranno necessari capitali più alti per investire sui mercati
Il portale di doveinvestire.it ha raccolto l’opinione di uno dei principali broker attivi in Italia per capire le possibili evoluzioni del settore:
ActivTrades commenta le proposte annunciate dall’ESMA
Da sempre ActivTrades pone al centro il cliente e la sua sicurezza. Accogliamo dunque favorevolmente ogni normativa in tal direzione da parte del regolatore. Riteniamo tuttavia che la precedente proposta dell’FCA, relativa ad una riduzione della leva a 1:50 (simile a quella praticata negli Stati Uniti) e non a 1:30 come ha invece voluto dall’ESMA, potesse essere più idonea per le esigenze di protezione del cliente ricercate dal regolatore tramite questa normativa. Dai nostri studi emerge come la grande maggioranza dei clienti abbia una buona consapevolezza delle proprie operazioni. Alcuni di essi stanno pertanto vivendo queste decisioni come un’intrusione o addirittura come una riduzione della propria libertà di investire sui mercati finanziari.
Una leva inferiore non necessariamente significa tutela
Va inoltre sottolineato come una leva inferiore a 50 potrebbe – paradossalmente – determinare un risultato opposto a quello sperato dal legislatore. Questo perché molti trader potrebbero decidere di rivolgersi ad intermediari non europei per poter continuare ad operare con una leva notevolmente superiore a quella di 1:30 che è stata proposta dall’ESMA. La maggior parte di questi broker, purtroppo, non offre le stesse garanzie dei broker europei.
In estrema sintesi, potrebbe quindi esserci il rischio di un esodo da parte degli investitori del Vecchio Continente verso broker di altri Paesi scarsamente regolamentati e spesso anche non in grado di offrire servizi all’altezza delle aspettative dei trader.
I rischi delle aziende non regolamentate
All’interno del quadro normativo generale, un’ulteriore domanda risulta d’obbligo: sinora il legislatore ha stretto le maglie con attacchi contro il nostro settore.
Una volta che la regolamentazione sarà attiva, come intende proteggere i broker europei sotto la sua giurisdizione?
Come abbiamo visto la protezione dei broker europei risulta centrale per limitare il deflusso di clienti verso aziende non regolamentate, in Europa e altrove, e quindi con scarse garanzie per i clienti.
Pubblicità online, gli espedienti per aggirare il divieto
Riguardo alle norme che toccano le modalità di comunicazione e promozione delle attività di trading, siamo altresì convinti che non sia sufficiente un semplice divieto della pubblicità online per i broker non europei. Queste aziende, infatti, potrebbero tentare di presentare i loro prodotti tramite altri mezzi come le sponsorizzazioni sportive, in primis con la Formula 1 o il calcio. Non mancherebbero poi le manipolazioni dei forum e dei blog, al fine di promuovere ugualmente il loro brand cercando di scavalcare il divieto del legislatore europeo.
Oltre ad imporre nuove regole crediamo dunque che sia necessario porsi domande (e trovare altrettante risposte) su come tutelare le aziende del settore al fine di proteggere veramente – adottando linee guida, strumenti e controlli adeguati – i clienti europei, come fanno già da tempo le autorità statunitensi, che vietano ogni broker estero di aprire conti con residenti USA.
per quanto mi riguarda la troppa publicità di molti a far credere che ci si arricchisce facilmente ad esasperare gratuitamente informazioni ha portato inevitabilmente un cambiamento veramente sgradevole per clienti individuali che ritengono la medesima una professione che responsabilizza già di se i valori dei propri risparmi.
vedremo cosa succede con le nostre posizioni aperte.
Per quanto mi sembra di avere capito riguardo a essere un cliente professionista con conti astronomici non saranno applicate le nuove restrizioni di margine.
Io la vedo più come una manovra non corretta per noi che salvaguardiamo e crediamo in questa professione.
E sicuramente tutto il rumore di pagliacci che promettono soldi in un lampo ha contribuito. VEDREMO cosa succederà.
Per fortuna che ci sono rimasti i broker no esma
Ciao!
Sapreste consigliarmi qualche strategia da usare prima di aprire nuove operazioni, il mio problema è che non so interpretare bene il calendario economico; io come sito per informarmi uso investing.com, sapreste aiutarmi?
Grazie
Salve Beatrice, la invito a scaricare due dei nostri ebook gratuiti:
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Buon trading.