L’attività di trading fisicamente non richiede particolari sforzi, ma mentalmente può diventare logorante. Passare innumerevoli ore davanti al PC, quotidianamente e ripetutamente per molti giorni o mesi, è una situazione anomala per la nostra mente e in parte anche per il nostro corpo. Il fatto che l’attività di trading non richieda sforzi fisici per il nostro corpo non è di per sé positivo. Il nostro corpo, infatti, ha bisogno di movimento per funzionare al meglio.
Come è ben noto, il corpo umano se non viene utilizzato si deteriora. Per questo nella vita del trader deve essere sempre presente un piano ben studiato di attività fisica, che può essere ad alto, medio o basso livello, perché il nostro corpo è legato a doppio filo con la nostra mente. Se il primo non è performante, anche la nostra mente, che è la parte più utilizzata nel trading, ne risentirà.
Per chi svolge o ha intenzione di svolgere trading a tempo pieno, è consigliabile aumentare l’attività fisica che già facevano prima di intraprendere il percorso da trader. La prima motivazione è che l’attività fisica fa rilasciare al nostro corpo sostanze che ci permetto di essere più felici, appagati e rilassati, la seconda è che allena indirettamente la nostra mente allo sforzo (che nel trading non è fisico) e al conseguimento di obiettivi. L’attività fisica permette di stimolare e rafforzare lo spirito di resilienza, cioè la forza di adattarsi e superare situazioni avverse. In un corpo sano e mediamente allenato la mente è più reattiva, serena e funziona al meglio. È questo, infatti, che ci serve per operare sui mercati finanziari al meglio.
Durante una giornata lavorativa di trading la mente è costretta a prendere continuamente delle decisioni. Questa è una situazione di “disagio”, a cui la mente non è preparata e allenata, e di conseguenza crea stress ed emozioni negative, quali paura e immobilismo. La situazione va distinta in due casi, a seconda che si prenda in esempio un trader novizio o uno esperto. Nel trader novizio è normale che l’attività di trading comporti stress, probabilmente anche solo a livello subconscio, perché innanzi tutto è un’attività nuova e qualsiasi nuovo incarico crea stress.
Ci sono molteplici stimoli ai quali la nostra mente non è preparata; non sa come reagire perché non ha soluzioni da prendere dal suo “storico”, ma ne deve creare di nuove e questo richiede energie e crea stress come reazione di difesa. Alla nostra mente non piacciono le situazioni e gli stimoli nuovi, vivrebbe al meglio in una situazione già testata e di confort, quindi richiede un allenamento costante nell’affrontare situazioni sempre nuove e nel prendere continue decisioni.
Ai trader alle prime armi che si sono resi conto di quanto sia importante la mente nel trading, è consigliato rimanere tranquilli il più possibile e convivere con questa prima situazione di stress, perché è fisiologicamente normale e si riscontrerebbe anche in qualunque altro lavoro.
Dopo qualche mese di attività attraverso un conto demo, la nostra mente inizierà a metabolizzare questo nuovo tipo di stimolo e questa benevola routine; potrà quindi iniziare la seconda fase di gestione della mente, che è simile a quella del trader professionista/semi-professionista. Le emozioni nel trading faranno la parte del leone in una giornata operativa, sia che siano di euforia, quando si raggiunge il take profit, sia di paura/immobilismo/rancore/rivincita quando il prezzo si muove nella direzione opposta al trade scelto o quando il prezzo non raggiunge il take profit.
Non bisogna cercare di annullare le emozioni del trading, quanto piuttosto riconoscerle e imparare a conviverci!
Il primo errore nel trading è voler aprire posizioni anche nei momenti di incertezza dei mercati. Bisogna evitate l’apertura di una posizione che si ritiene rischiosa già in partenza o che viene condizionata da emozioni negative o eccessivamente positive/ottimistiche. Sembra un paradosso, ma a molti capita di aprire posizioni che si sa già in partenza essere sbagliate ma con la speranza che si chiudano in profitto. L’atteggiamento di speranza non deve esistere nel trading.
Se si vuole che il trading diventi un’attività di profitto costante, non bisogna sperare e pregare su ogni operazione, ma essere coscienti che si stanno seguendo tecniche e strategie testate che, statisticamente, portano ad avere risultati positivi nel mese, nel trimestre e nei successivi periodi.
Quindi, la prima cosa da evitare è aprire una posizione di trading sapendo già che abbiamo situazioni tecniche non chiare o emozioni troppo negative (disperazione) o positive (esaltazione). Le emozioni nel trading possono essere paragonate a delle interferenze che non ci permettono di essere concentrati al meglio su quello che si sta facendo.
Bisogna imparare a riconoscere le proprie emozioni a un livello profondo e capire inoltre da cosa vengono generate.
Ricordiamoci che le emozioni sono presenti in tutte e tre le fasi dell’operazione di trading, ossia prima dell’apertura della posizione, subito dopo averla aperta e durante la gestione dell’operazione, e quando questa viene chiusa, sia essa in perdita o in profitto. Spesso, in queste differenti fasi dell’operazione di trading, le emozioni sono differenti.
Bisogna sapere che nel trader esistono due personalità e mi piace provocare, dicendo che esistono addirittura due trader all’interno di un singolo trader. C’è un trader che fa analisi e inizia a definire la posizione operativa e poi c’è una seconda persona, con una seconda mente, che emerge appena la posizione viene eseguita e quindi si è a mercato. La situazione sopra descritta non è solo una provocazione, perché nella realtà il trader, pur essendo ovviamente la stessa persona, ha due menti differenti, se lo si analizza prima che apra la posizione e subito dopo che essa è a mercato. Tale tesi è supportata da moltissimi casi.
Quante volte, subito dopo che la posizione è stata aperta e si è mossa leggermente al contrario rispetto alla direzione sperata, il trader novizio non si capacita del perché abbia aperto quella posizione? Egli rivede nuovamente la posizione da poco aperta e non capisce il motivo per il quale l’ha considerata interessante. E questo non solo perché è leggermente negativa, ma perché, con occhi carichi di emozioni, quella posizione non sembra più così convincente sotto il profilo tecnico quanto lo era prima. Succede perché ora il trader è emotivamente attivo, perché la posizione è a mercato (e non sta andando nella direzione prevista). In questa situazione l’emozione è padrona della mente e del corpo, e se il trader opera in base alla sua sensazione o al suo intuito, sarà sempre dalla parte sbagliata del mercato. Quindi, consiglio sempre al trader neofita di fare un’analisi accurata prima di aprire una posizione. Tuttavia, una volta aperta è opportuno intervenire il meno possibile, perché la persona che interviene in seguito è emotivamente più fragile e quindi meno razionale di quella che l’ha preceduta.