L’S&P 500 registra la peggiore performance del primo semestre dell’anno degli ultimi 50 anni

L’indice S&P 500 e l’intero mercato azionario americano hanno registrato uno dei peggiori semestri della storia ed è ancora presto parlare di rimbalzo.

La prima metà del 2022 è stata davvero difficile per gli investitori del mercato azionario. Alla chiusura delle contrattazioni di giovedì 30 giugno, l’S&P 500 ha chiuso in ribasso dello 0,88% registrando la sua metà peggiore in oltre cinque decenni dal 1970. Nei primi sei mesi dell’anno, l’indice S&P 500 è in ribasso di oltre il 21%.

Insieme all’S&P 500, hanno chiuso il primo semestre dell’anno con un forte anche il Dow Jones e il  Nasdaq, dove le perdite sono ancora maggiori.

A pesare sulle performance del mercato azionario americano è il sentiment del mercato diventato sempre più negativo con ogni trimestre che passa. L’ultimo trimestre ha visto una forte correzione in tutti e tre gli indici con il Nasdaq Composite in calo del 22% in soli 90 giorni. Questa è stata anche la peggiore performance trimestrale dal 2008.

Le misure senza precedenti messe in atto della Federal Reserve dopo la pandemia hanno portato a un’inflazione elevata, secondo molti analisti. L’inflazione in America è attualmente ai massimi da quattro decenni e la Fed è determinata a fare di tutto per riportarla sotto controllo. Il mese scorso, a giugno 2022, la Fed ha annunciato un aumento di 75 punti base dei tassi di interesse ed ha accennato a ulteriori aumenti dei tassi se le pressioni inflazionistiche continuano.

Pertanto, il mercato azionario sta cercando di adattarsi alla nuova realtà in cui la Fed sta cercando di controllare l’inflazione rischiando una recessione. D’altra parte, il forte aumento dei rendimenti obbligazionari ha fatto crollare i titoli tecnologici. Gli investitori hanno spostato denaro da asset orientati alla crescita e lo hanno parcheggiato in asset più stabili.

I titoli tecnologici hanno registrato una enorme correzione nel 2022. Giganti come Alphabet (NASDAQ: GOOGL) e Apple (NASDAQ: AAPL) hanno corretto del 24% ciascuno. D’altra parte, Facebook, genitore di Meta Platforms (NASDAQ: FB) ha corretto il 52% mentre Netflix Inc (NASDAQ: NFLX) ha corretto oltre il 71%.

Economia e mercati

L’economia statunitense è rovente a causa delle pressioni inflazionistiche che si accumulano. Ieri, il Dipartimento del Commercio ha riferito che l’indice principale dei prezzi a consumi personali è balzato del 4,7% a maggio. Questo è attualmente ai livelli visti l’ultima volta negli anni ’80.

Allo stesso modo, il Chicago PMI, che tiene traccia dell’attività commerciale nella regione, si è attestato a 56 per il mese di giugno. Con queste preoccupazioni economiche incombenti, è probabile che la Fed adotti misure aggressive in corso d’opera. Tuttavia, c’è il timore è che le misure della Fed sugli aumenti dei tassi di interesse porteranno a una recessione.

Molti analisti ritengono che la recessione colpirà l’America nei prossimi 12-18 mesi. Pertanto, alcuni ritengono che il mercato azionario non abbia ancora toccato il fondo rispetto ai livelli attuali.

George Ball, presidente di Sanders Morris Harrisdisse:

“Non crediamo che il mercato azionario abbia ancora toccato il minimo e vediamo un ulteriore ribasso in futuro. Gli investitori dovrebbero detenere livelli elevati di liquidità in questo momento. Vediamo l’S&P 500 toccare il fondo a circa 3.100, poiché è probabile che le misure aggressive ma necessarie di lotta all’inflazione della Federal Reserve deprimano gli utili aziendali e spingano le azioni al ribasso”.

Alcuni analisti ritengono che l’inflazione probabilmente rimarrà stabile e continuerà a persistere più a lungo del previsto.

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