Nel corso di quest’anno, la crescita vertiginosa del valore delle azioni di Tesla sui mercati ha contribuito al miglioramento del suo profilo creditizio. Secondo il nostro punto di vista, al momento, le obbligazioni della società sembrerebbero essere sopravvalutate se si guarda al rating, e, sottovalutate, se invece si osserva il rischio di default. Se il prezzo dell’azione precipitasse, però, la situazione potrebbe cambiare.
Gli ultimi 10 giorni sono stati difficili per Tesla per via di una serie di eventi, quali il “Battery Day”, la denuncia che sta avanzando contro Trump per evitare che il governo imponga tasse sui pezzi importati dalla Cina ed il malfunzionamento della connessione del cellulare in macchina. Fattori che hanno portato il suo prezzo a scendere di più del 15% rispetto a quello di chiusura di lunedì. Ma, mentre il prezzo dell’azione Tesla era in discesa, quello dell’obbligazione è rimasto stabile.
Al momento, ci sono 4 tipologie di obbligazioni Tesla in circolazione, tra le quali, quella più a lungo termine, in scadenza nel 2025 (USU8810LAA18), offre un rendimento del 3.5%, ed ha un rating B+/B3. Confrontandola con altre obbligazioni in circolazione di pari rating, risulta essere quella con rendimento minore e, quindi, con il prezzo maggiore. In questa settimana il prezzo è oscillato solo da 104 a 103,5, e tale volatilità è stata di molto contenuta rispetto a quella che abbiamo visto sul mercato azionario per il fatto che gli investitori restano ottimisti. Infatti, rispetto ad un anno fa, oggi c’è una probabilità minore che la compagnia vada in bancarotta.
Nella valutazione di un investimento obbligazionario è necessario osservare la posizione finanziaria della società e capire se possibili eventi di mercato futuri possano spingerla verso un default. Dal mese di maggio dell’anno scorso, il rischio di default di Tesla è diminuito grazie ad un netto miglioramento dei fondamentali. Oggi, secondo Bloomberg, Tesla sembra anche avere una minore probabilità di default rispetto a Renault, Ford e Fiat Chrysler. Infatti, alcune obbligazioni emesse da queste ultime, offrono rendimenti molto più alti a parità di scadenza.
Per esempio, se si osserva Ford, che è stata recentemente declassata tra i titoli junk, si può notare che, nonostante il suo profilo di rating sia decisamente migliore (B1/BB-), il rendimento è più alto. L’obbligazione con scadenza 2025 (US59001KAG58) offre un rendimento del 4.3% mentre quella con scadenza 2026 (US59001KAG58) paga all’incirca il 4.9%.
La spiegazione di tale disuguaglianza la si può trovare nella struttura del capitale delle due società. Tesla dovrebbe chiudere l’anno con una leva finanziaria del 4% circa, mentre Ford, al momento, ha una leva che è più del doppio di quella di Tesla. Inoltre, in termini di struttura del debito, dato che la maggior parte delle obbligazioni di Ford sono in scadenza per il prossimo anno, la compagnia è più vulnerabile ad un’altra ondata di contagi, in caso di necessità di rifinanziamento del debito. La maggior parte delle obbligazioni di Tesla invece, scadono tra il 2024 e il 2025, e questo fa sperare che abbia più probabilità di programmare nuove emissioni in una situazione di mercato più stabile.
Comunque, va considerato il fatto che la riduzione del rischio di default e della leva finanziaria di Tesla è strettamente correlata alla performance del prezzo dell’azione. Per questo, i creditori della società devono costantemente monitorare l’andamento del titolo sul mercato azionario, per una valutazione più accurata delle sue obbligazioni.
Quindi, per concludere, rimaniamo dell’idea che il miglioramento del profilo creditizio della compagnia sia dovuto prevalentemente al prezzo elevato del titolo sul mercato azionario e, di conseguenza, osservando anche i dati dei suoi competitors, le obbligazioni di Tesla sembrerebbero essere sopravvalutate se si prende il rating come parametro di riferimento, e sottovalutate se, al contrario se ci si sofferma sul rischio di mercato e di default.
Inoltre, il CDS di Tesla è sceso del 23% da inizio anno, mentre la media degli spread delle obbligazioni americane high yield (CDX North America High Yield) è aumentata del 42%; questo ci indica che Tesla risulta essere meno rischiosa in media rispetto alle altre società americane high yield.
Analisi e grafica curata da Althea Spinozzi per BG SAXO. Altre informazioni su www.bgsaxo.it