La lotta contro l’inflazione negli Stati Uniti è diventata un tema caldo, con Jerome Powell e la Federal Reserve al centro dell’azione. Il periodo della pandemia ha visto un ampio stimolo economico che ha portato l’inflazione a livelli elevati. Di seguito, analizzeremo le dinamiche attuali dell’inflazione, le politiche della Federal Reserve e le prospettive economiche.
Politiche di Restraint e Inflazione
Un Equilibrio Precario
Ridurre le politiche restrittive troppo presto potrebbe invertire i progressi ottenuti nel contenere l’inflazione. D’altro canto, una riduzione tardiva o insufficiente potrebbe indebolire l’attività economica e l’occupazione. Attualmente, l’economia americana è in bilico, poiché l’inflazione rimane ostinatamente elevata nonostante gli sforzi della Federal Reserve.
Durante la pandemia, la Federal Reserve e il governo degli Stati Uniti hanno implementato un ampio stimolo economico per sostenere l’economia. Questo stimolo, sebbene necessario, ha contribuito a spingere l’inflazione fino a un picco del 9,1% nel giugno 2022. Per contrastare questa situazione, la Federal Reserve ha attuato una serie di aumenti dei tassi di interesse senza precedenti dagli anni ’80, portando il tasso federale dei fondi dallo 0% al 5,25-5,5%.
Questi aumenti hanno effettivamente ridotto l’inflazione, che è scesa a circa il 3%. Tuttavia, questo livello di inflazione è ancora superiore all’obiettivo del 2% della Federal Reserve, creando uno stallo. Attualmente, la FED mantiene i tassi di interesse elevati, né aumentandoli né abbassandoli, poiché l’inflazione rimane tenacemente sopra il target.
Gli Effetti delle Politiche Restrittive
Le politiche restrittive, come l’aumento dei tassi di interesse, hanno diversi effetti sull’economia. Da un lato, riducono la spesa dei consumatori e degli investimenti aziendali, contribuendo a rallentare l’inflazione. Dall’altro lato, queste politiche possono anche rallentare la crescita economica e aumentare la disoccupazione.
Nel caso attuale, la Federal Reserve deve bilanciare attentamente questi effetti. Un inasprimento eccessivo delle politiche potrebbe portare a una recessione, mentre un allentamento prematuro potrebbe far risalire l’inflazione. Questo equilibrio precario rende la situazione economica attuale particolarmente complessa e delicata.
Gli Indicatori dell’Inflazione
L’Indice dei Prezzi al Consumo (CPI)
L’Indice dei Prezzi al Consumo (CPI) è uno degli strumenti principali utilizzati per misurare l’inflazione. Questo indice tiene traccia del costo di un paniere di beni e servizi comunemente acquistati dai consumatori, inclusi alimenti, energia, trasporti, abbigliamento, spese mediche e abitazione. Monitorando il cambiamento nel costo di questo paniere nel tempo, è possibile determinare il tasso di inflazione.
Il CPI è particolarmente utile perché riflette le spese effettive dei consumatori. Tuttavia, è anche soggetto a variazioni a breve termine, soprattutto a causa della volatilità dei prezzi di alimenti ed energia.
CPI Core
Per ottenere una misura più stabile dell’inflazione, gli economisti spesso calcolano il CPI Core, che esclude i costi di alimenti ed energia. Questi due componenti sono notoriamente volatili e possono distorcere la lettura dell’inflazione. Attualmente, il CPI Core mostra un tasso di inflazione annuale del 3,4%, indicando che l’inflazione è ancora presente anche senza considerare le categorie più volatili.
Spese per Consumi Personali (PCE)
La Federal Reserve utilizza un altro indicatore per monitorare l’inflazione: il Personal Consumption Expenditures (PCE). Questo indice, pur simile al CPI, copre un numero maggiore di beni e servizi e include le spese sostenute per conto delle famiglie, come le cure mediche pagate dai datori di lavoro o dal governo.
Il PCE tende a essere una misura più completa dell’inflazione, poiché copre una gamma più ampia di spese. Attualmente, il PCE indica un tasso di inflazione del 2,7% nell’ultimo anno, con il PCE Core (che esclude alimenti ed energia) al 2,8%. Questi dati suggeriscono che l’inflazione è diminuita rispetto ai picchi recenti, ma rimane sopra l’obiettivo del 2% della Federal Reserve.
Le Prospettive Economiche
Scenario A: Inflazione in Calo
Se l’inflazione dovesse scendere, la Federal Reserve potrebbe iniziare a ridurre i tassi di interesse. Anche se non ci si aspetta una riduzione drastica, una diminuzione di 1-2% potrebbe avere effetti significativi sull’economia. I tassi di interesse più bassi renderebbero i prestiti più accessibili, stimolando gli acquisti di case e le spese dei consumatori.
Un calo dei tassi di interesse potrebbe anche favorire la crescita del mercato azionario, poiché le aziende avrebbero accesso a finanziamenti a costi inferiori per le loro iniziative di crescita. Tuttavia, un abbassamento eccessivo dei tassi potrebbe riaccendere l’inflazione, richiedendo una nuova stretta monetaria.
Scenario B: Inflazione Stabile o in Aumento
Se l’inflazione rimane al livello attuale o aumenta, la Federal Reserve probabilmente manterrà i tassi di interesse elevati. Questo scenario comporterebbe costi elevati per i mutui e altri prestiti, riducendo il reddito disponibile delle famiglie e potenzialmente rallentando il mercato immobiliare.
Inoltre, tassi di interesse elevati possono limitare la crescita aziendale, poiché il costo del capitale rimane alto. Questo potrebbe tradursi in una performance inferiore del mercato azionario, sebbene la recente spinta dell’intelligenza artificiale e altre innovazioni tecnologiche possano fornire un supporto temporaneo ai prezzi delle azioni.
Previsioni della Federal Reserve
Proiezioni per il Prossimo Triennio
Secondo le proiezioni economiche della Federal Reserve, il PIL americano dovrebbe rimanere intorno al 2% fino al 2026. Questo suggerisce una crescita economica moderata ma stabile. Il tasso di disoccupazione è previsto rimanere intorno al 4%, indicando un mercato del lavoro relativamente forte.
Proiezioni sull’Inflazione e sui Tassi di Interesse
Per quanto riguarda l’inflazione, la Federal Reserve prevede che il PCE tornerà al 2% solo entro il 2026. Le previsioni indicano un’inflazione del PCE al 2,6% per il 2024, al 2,3% per il 2025 e infine al 2% per il 2026.
Queste proiezioni implicano che i tassi di interesse rimarranno elevati nel breve termine. La mediana delle previsioni della Federal Reserve sui tassi di interesse è del 5,1% per il 2024, del 4,1% per il 2025 e del 3,1% per il 2026. Questo suggerisce che l’era dei tassi di interesse ultra bassi che ha caratterizzato gli anni 2010 è ormai alle spalle.
Considerazioni Finali
Le prospettive economiche attuali evidenziano un quadro complesso e dinamico, in cui la Federal Reserve deve bilanciare attentamente le politiche monetarie per mantenere la stabilità. L’inflazione, sebbene ridotta rispetto ai picchi pandemici, rimane sopra l’obiettivo del 2%, richiedendo un monitoraggio costante e potenziali aggiustamenti dei tassi di interesse.
È fondamentale per investitori, aziende e consumatori rimanere aggiornati sulle evoluzioni economiche e adottare strategie flessibili. Le previsioni indicano una possibile persistenza di tassi di interesse elevati nel breve termine, con un ritorno a livelli più bassi solo a medio-lungo termine. In un contesto così incerto, la prudenza e l’informazione sono alleati indispensabili per navigare le sfide economiche future.
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