Prosegue la fase ribassista del petrolio in questo inizio di settimana. Nelle ultime tre sedute il prezzo del petrolio WTI è sceso dai 43,18 dollari, fino ai minimi di questa mattina a 38,58 dollari per barile. Si tratta del calo più significativo dopo il tonfo dei prezzi di Aprile.
Da cosa è dovuto il crollo del prezzo del petrolio di oltre il 10% negli ultimi giorni?
I fattori che hanno spinto al ribasso il prezzo del petrolio WTI sono da ricercare da una serie di fattori come le tante incertezze sull’economia cinese e il loro rapporto con i principali paesi industrializzati, con gli Stati Uniti e in questi giorni anche con l’Europa. Ma le cause principali della discesa sono ancora attribuibili agli effetti negativi dovuti dal Coronavirus, che ha fatto crescere le preoccupazioni sul fronte della domanda. Quella attuale non è una situazione così ottimistica come si era mostrata nelle ultime settimane, e questo getta un’ombra sulle prospettive di crescita future.
L’Arabia Saudita fa crollare i prezzi del petrolio
Secondo gli esperti del settore il ribasso dei prezzi di questo inizio di settimana è da attribuire alle ultime decisioni dell’Arabia Saudita, in particolare alla compagnia petrolifera statale, Saudi Aramco, la quale ha ridotto più del previsto il prezzo dell’Arab Light per l’Asia, il suo maggior mercato. Allo stesso tempo però il colosso ha diminuito anche il costo per gli acquirenti statunitensi.
Nel dettaglio, in Asia, il differenziale per Arab Light è stato ridotto di $ 1,40 / b per uno sconto di 50 cent / b rispetto a Oman / Dubai.
Livelli tecnici da osservare
Nel momento della scrittura il prezzo del petrolio WTI si trova a 39,18 dollari in calo dell’1.53%. Nelle prime ora di contrattazioni i prezzi, dopo aver toccato i minimi intraday a 38,55 dollari, il WTI ha recuperato rapidamente tornando verso i 39,78 dollari.
Visti i recenti movimenti la tendenza rimane ribassista con un primo supporto a 38 dollari seguito dal livello di supporto di fine giugno vicino a 37,15 dollari. Tuttavia, qualsiasi ulteriore ribasso oltre i 37,15 farà sì che i venditori mirino al minimo del mese di giugno vicino a 34,60 dollari al barile.
In alternativa, se i prezzi dovessero risalire si troveranno di fronte a due livelli di resistenza importanti a 39,75, la cifra tonta dei 40 e successivamente 41,83 dollari. Va, tuttavia, notato che i rialzisti rimarranno cauti a meno che la quotazione non riesca a superare il minimo del mese di febbraio vicino a ai 44,00 dollari.
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