L’anno passato ha lasciato molte economie in uno stato di incertezza, causando il calo di molti mercati azionari di spicco. In parallelo, i rendimenti annuali di numerosi indici obbligazionari hanno evidenziato un quadro negativo. In questo contesto, gli asset e i settori azionari difensivi hanno tratto vantaggio.
Ma con i mercati azionari che attualmente si trovano su un trend positivo, si pone la domanda: è ancora appropriato mantenere un approccio difensivo per gli investitori?
In passato, gli investitori istituzionali che cercavano di creare un portafoglio difensivo si limitavano semplicemente ad acquistare più titoli di stato e a vendere una porzione delle azioni possedute. Ora, con la fase di aumento dei tassi quasi finita, questo approccio potrebbe sembrare ancora allettante. Eppure, nonostante i rendimenti del debito fisso offrano ritorni notevolmente migliori rispetto a due anni fa, le aspettative degli investitori – sia istituzionali che individuali – sono aumentate, grazie all’inflazione in crescita e all’aumento del costo della vita. Di conseguenza, un’allocazione più cospicua al reddito fisso è raramente sufficiente per attrarre o fidelizzare gli investitori.
In questo contesto, gli investitori in cerca di rendimenti aggiuntivi dalle azioni generalmente hanno due alternative: incrementare l’allocazione ai titoli con un profilo più difensivo, o aggiungere un elemento difensivo acquistando opzioni. È possibile anche considerare l’aggiunta di altri asset, come le materie prime, al mix del portafoglio.
Il contributo dei titoli difensivi
Alcuni titoli possono presentare un profilo difensivo o operare in settori difensivi come i beni di consumo, la sanità e i servizi pubblici, tipicamente più robusti durante le recessioni.
Tuttavia, esistono dei limiti al ruolo che questi titoli possono svolgere all’interno dei portafogli difensivi: non solo i portafogli possono diventare concentrati se sono eccessivamente esposti a certi settori, ma le loro performance possono essere influenzate altrettanto, se non di più, da fattori macroeconomici.
Questo rappresenta una minaccia tangibile oggi, in un periodo di elevata inflazione, dato che alcuni di questi settori tendono a risentirne. Al contrario, i titoli con un orientamento “value” tendono a performance migliori, ma spesso si trovano in settori come i servizi finanziari, l’energia e i materiali, che sono più ciclici e chiaramente non “difensivi” di fronte alle recessioni.
Un approccio innovativo per i portafogli azionari difensivi
Questo quadro richiede un nuovo approccio alla diversificazione del portafoglio, che non esacerbasse i rischi o i costi, ed in cui il processo di investimento azionario potesse essere costruito per trasformare un rischio direzionale puro in un investimento orientato al rendimento. Questo può essere realizzato utilizzando le opzioni come strumento difensivo.
Per esempio, un portafoglio nucleo diversificato con una selezione di titoli basata sui fondamentali può essere arricchito dalla vendita di opzioni call a breve termine e dall’acquisto di opzioni put a lungo termine; mentre le call puntano ad aumentare il rendimento e a mitigare la volatilità, le put cercano di migliorare il rapporto rischio/rendimento della strategia, rispetto a un investimento diretto nei titoli.
Una di queste strategie è attuata nella THEAM Quant Sicav, attraverso il comparto Equity iESG Eurozone Income Defensive. Si concentra sulla selezione di titoli a dividendo di qualità con solidi criteri ESG e il suo meccanismo di copertura è stato potenziato nel corso degli anni per gestire al meglio i modelli di forti cali e rimbalzi. La performance simulata a lungo termine della strategia sottostante mostra una volatilità media del 13,7% dal 2008, mentre l’indice comparativo EURO STOXX Net Return ha registrato una volatilità media del 21,5%.
Oltre i titoli azionari
Tuttavia, per chi è alla ricerca di rendimenti superiori a quelli del debito fisso, esplorare opportunità oltre i titoli azionari potrebbe essere una strategia adeguata per costruire un portafoglio più robusto, che possa adattarsi a tutte le condizioni.
Ad esempio, i mercati basati sui futures, come le materie prime o la volatilità, possono offrire fonti di reddito molto diversificate e complementari.
Le strategie di carry sulle materie prime sono ben attrezzate per offrire potenzialmente questo “carry difensivo”, un mix ottimale di rendimenti medi positivi a lungo termine e di forti performance assolute o relative durante i cali azionari o le recessioni.
Anche se possono essere utili da sole in un portafoglio, quando vengono combinate con altre strategie non correlate possono davvero aggiungere valore a un portafoglio.
Conservazione del capitale nel lungo periodo
Le strategie di copertura dei portafogli difensivi hanno guadagnato popolarità tra gli investitori alla ricerca di rendimenti più alti corretti per il rischio e a lungo termine.
Se gestite correttamente, le strategie più robuste potrebbero puntare a ottenere rendimenti a lungo termine non molto lontani dai benchmark tradizionali, ma con una significativa riduzione della volatilità del portafoglio.
Alcuni mercati sono in crescita, ma nel complesso il panorama globale è variegato. Il mercato rimane imprevedibile. Per coloro che puntano sulla conservazione a lungo termine, senza la tolleranza per periodi di forti cali, dovrebbe essere sensata una certa allocazione a strategie azionarie difensive, o una copertura difensiva al portafoglio principale, sia nel campo delle azioni, sia al di fuori di esse.
Articolo redatto da Roberto Bartolomei, leader globale del mercato di THEAM Quant Fund Sales presso BNP Paribas CIB.
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