19 Dicembre, 2024
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    Analisi dei mercatiAffrontare i cambi di narrativa dei mercati

    Affrontare i cambi di narrativa dei mercati

    Il 2023 vede migliorare i rendimenti finanziari, ma il mercato in continua evoluzione rende difficile la previsione degli investimenti futuri

    Affrontare i cambi di narrativa dei mercati

    Il 2022 è stato un anno difficile per gli investitori, ma c’era una chiara narrativa dominante: l’inflazione era troppo alta e la Federal Reserve (Fed) ha dovuto reagire con una stretta monetaria aggressiva, che ha penalizzato azioni e obbligazioni e ha sostenuto il dollaro.

    Finora il 2023 è stato un anno decisamente migliore in termini di rendimenti finanziari e l’S&P 500 ha guadagnato il 7% da inizio anno, ma la narrativa del mercato continua a cambiare. Dato che le decisioni di politica monetaria sono dipendenti dai dati, è probabile che nel resto dell’anno il mercato continui a spostarsi da una narrativa all’altra. Per questo motivo, nei prossimi mesi sarà difficile per gli investitori sapere come muoversi.

    Le turbolenze del settore bancario sono diminuite, ma le condizioni di finanziamento si stanno inasprendo e rischiano di danneggiare la crescita. Le autorità americane ed europee hanno agito velocemente per alleviare le difficoltà delle banche, scongiurando una potenziale crisi sistemica. Di conseguenza, i deflussi di depositi sono rallentati, l’utilizzo delle linee di liquidità fornite dalla Fed si è ridotto e gli indicatori delle tensioni sui mercati dei finanziamenti sono rimasti contenuti.

    Il continuo inasprimento delle condizioni di credito potrebbe però pesare sulla crescita a medio termine. Secondo l’indagine condotta dalla Fed di Dallas tra il 21 e il 27 marzo, i finanziamenti commerciali e industriali, i mutui e i volumi dei prestiti sono calati, mentre i criteri di concessione del credito hanno continuato a deteriorarsi. A nostro avviso, questi sviluppi non tracciano un quadro favorevole per la crescita nel resto dell’anno.

    Investi in azioni senza commissioni

    Il recente raffreddamento del mercato del lavoro statunitense può essere interpretato in modo sia positivo che negativo. I dati pubblicati venerdì negli Stati Uniti per il mese di marzo hanno mostrato un aumento dell’occupazione non agricola di 236 mila unità, il più modesto da dicembre 2020. A marzo le retribuzioni medie orarie sono salite dello 0,3% su base mensile, da +0,2% a febbraio, e del 4,2% su base annuale, la variazione a 12 mesi più modesta da giugno 2021. Il tasso di partecipazione alla forza lavoro statunitense ha toccato il 62,6%, segnando il quarto incremento consecutivo su base mensile e il livello più alto da fine pandemia. I dati di venerdì sono coerenti con l’indice JOLTS di febbraio, diffuso all’inizio della scorsa settimana: le offerte di impiego negli Stati Uniti sono scese a 9,9 milioni, il livello più basso da maggio 2021, e il numero di offerte di lavoro per disoccupato è diminuito a 1,67, da quasi 2.

    L’interpretazione più ottimistica è che la tensione del mercato del lavoro si stia allentando grazie al maggiore equilibrio tra offerte e domande di impiego, mentre secondo i più pessimisti si tratta dei primi segnali di un deterioramento che si aggraverà nei prossimi mesi.

    A fronte del rallentamento dell’inflazione, la crescita potrebbe diventare la maggiore preoccupazione, presunta o reale. L’indice dei prezzi al consumo (IPC) statunitense, in uscita mercoledì, dovrebbe aiutare a capire se l’inflazione è ancora persistente. Secondo il consenso, l’IPC generale di marzo è atteso in calo al 5,1% su base annuale, dal 6% di febbraio, e grazie agli effetti base favorevoli potrebbe scendere al 3% entro l’estate.

    L’attenzione della Fed, nonché dei mercati, rimane concentrata sull’inflazione «core», che a febbraio è rimasta ostinatamente elevata a quota 5,5%; ma la prospettiva di una possibile decelerazione dell’IPC generale al 3% potrebbe rafforzare la convinzione che sarà la crescita, e non l’inflazione, a guidare le decisioni della banca centrale e le performance dei mercati.

    Non è mai facile orientarsi sui mercati quando la narrativa continua a cambiare, ma in questo caso le obbligazioni scontano prospettive più pessimistiche rispetto alle azioni, che sembrano aspettarsi un’evoluzione più favorevole. Questa differenza è uno degli elementi principali alla base della nostra preferenza per le obbligazioni di alta qualità rispetto alle azioni. A nostro avviso le azioni non scontano ancora la riduzione degli utili aziendali che dovrebbe verificarsi di pari passo con la svolta della Fed nel corso di quest’anno.

    Le azioni sono tra le nostre posizioni meno preferite e raccomandiamo di diversificare rispetto ai titoli statunitensi e growth. Le obbligazioni restano la nostra asset class preferita su scala globale e preferiamo i titoli con rating elevato o titoli di Stato, investment grade e sostenibili rispetto all’high yield. Siamo positivi anche sulle obbligazioni dei mercati emergenti.

    Al centro dell’attenzione

    I dati statunitensi puntano a un raffreddamento dell’economia

    L’economia americana ha mostrato una buona tenuta durante il ciclo d’inasprimento monetario più rapido operato dalla Federal Reserve (Fed) negli ultimi 40 anni. Ma i dati pubblicati la scorsa settimana indicano un raffreddamento, man mano che si fanno sentire gli effetti dei rialzi dei tassi.

    Il rapporto di marzo sul mercato del lavoro ha mostrato l’aumento dell’occupazione non agricola (+236 mila unità) più contenuto da dicembre 2020. Le retribuzioni medie orarie sono salite solo dello 0,3% su base mensile e del 4,2% su base annuale, la variazione a 12 mesi più modesta da giugno 2021. Il tasso di disoccupazione si è ridotto leggermente al 3,5%. Il tasso di partecipazione alla forza lavoro statunitense ha toccato il 62,6%, segnando il quarto incremento consecutivo su base mensile e il livello più alto del dopo-pandemia. All’inizio della scorsa settimana l’indice JOLTS di febbraio ha mostrato un calo delle offerte di impiego a 9,9 milioni dai 10,6 milioni di gennaio e circa 2 milioni al di sotto del picco di marzo 2022.

    Anche l’indice dei responsabili degli acquisti (PMI) del settore dei servizi dell’Institute for Supply Management (ISM) è stato inferiore alle attese a marzo, toccando quota 51,2 da 55,2 a febbraio. Il PMI del settore manifatturiero si è mantenuto in territorio di contrazione (sotto 50 punti) per il quinto mese consecutivo, scendendo al livello più basso da maggio 2020 a quota 46,3. La componente dei prezzi pagati di entrambi gli indici segnala un allentamento delle pressioni inflazionistiche.

    Con la progressiva decelerazione dell’economia americana, consigliamo agli investitori di prepararsi a un picco dei tassi d’interesse cogliendo le opportunità disponibili sul mercato obbligazionario.

    Conclusione: le emissioni di alta qualità ci sembrano offrire opportunità d’investimento, grazie ai rendimenti discreti e al potenziale di produrre plusvalenze in presenza di un rallentamento economico. Preferiamo le obbligazioni con alto rating (titoli di Stato) e investment grade nonché i bond sostenibili. Puntiamo anche sulle obbligazioni dei mercati emergenti, a fronte del miglioramento delle prospettive di crescita e dell’indebolimento del dollaro.

    Guadagna interessi sui fondi non investiti

    I timori per la crescita fanno brillare l’oro

    L’oro ha registrato un’ottima performance da inizio anno, guadagnando il 10% a fronte dei timori per la crescita economica e la stabilità finanziaria.

    Nelle ultime settimane il prezzo del metallo giallo ha superato 2000 dollari l’oncia per la prima volta dallo scoppio della guerra in Ucraina e si è avvicinato al record di 2075 dollari l’oncia segnato ad agosto 2020.

    A breve termine le quotazioni rimarranno vulnerabili alle variazioni della propensione al rischio e delle aspettative sui tassi d’interesse. Ma ci aspettiamo che il rally aurifero possa proseguire nei prossimi trimestri. Primo, è probabile che i beni rifugio registrino ulteriori afflussi a fronte delle incerte prospettive della crescita economica. Secondo, ci aspettiamo un ulteriore deprezzamento dell’USD. L’oro tende a salire nei periodi di debolezza del dollaro e i rischi di ribasso del biglietto verde sono aumentati con la crescente aspettativa di un taglio dei tassi scontata dal mercato monetario.

    Gli investitori finanziari hanno fatto ritorno sul mercato aurifero. Marzo è stato il primo mese di raccolta netta positiva per gli exchange-traded fund (ETF) da quasi 12 mesi, anche se i portafogli rimangono relativamente sottoesposti a questo segmento. Anche la domanda da parte delle banche centrali appare solida.

    Ci aspettiamo quindi un ulteriore rialzo delle quotazioni del metallo giallo nei prossimi trimestri. Il nostro attuale target è di 2100 dollari l’oncia a fine dicembre e 2200 dollari l’oncia a fine marzo 2024.

    Conclusione: consigliamo di detenere posizioni nell’oro come copertura in un contesto di portafoglio e abbiamo un giudizio di preferito sul metallo prezioso nella nostra strategia globale. Restiamo ottimisti anche sul complesso delle materie prime e raccomandiamo di attuare un approccio d’investimento attivo.

    I mercati emergenti dovrebbero sovraperformare con il picco dei tassi

    I mercati azionari emergenti hanno sottoperformato rispetto agli Stati Uniti da inizio anno. L’MSCI EM ha guadagnato il 3,4%, contro il rialzo del 7% dell’S&P 500. Ma questa sottoperformance ci sembra destinata a invertirsi.

    Storicamente le azioni emergenti risultano favorite quando i tassi sui Fed fund toccano il punto massimo, eventualità che secondo i mercati dovrebbe verificarsi a maggio. In base alla nostra analisi, nelle ultime cinque occasioni l’MSCI EM ha perso in media il 5% nei sei mesi precedenti il picco del tasso sui Fed fund, ma ha messo a segno una solida performance nel periodo successivo, con un rendimento medio dell’8% a 6 mesi e del 20% a 12 mesi.

    I risultati passati non rappresentano una garanzia dei rendimenti futuri, ma possono dare indicazioni utili. Inoltre, l’indebolimento del dollaro dovrebbe favorire i mercati emergenti.
    Anche la ripresa della Cina dovrebbe sostenere le economie emergenti.

    Ci aspettiamo una crescita del PIL cinese di circa il 5,5% su base annua nell’esercizio 2023, grazie al recupero dei consumi e alla tenuta degli investimenti.

    Gli utili robusti e le valutazioni convenienti dovrebbero a loro volta sospingere le azioni emergenti. In termini valutativi, il rapporto prezzo/utili (P/E) a 12 mesi dell’MSCI EM, che tratta a 11,6x, è inferiore alla media decennale e presenta uno sconto di circa il 35% rispetto all’S&P 500. A nostro avviso questo scarto valutativo non è giustificato dai fondamentali e dovrebbe ridursi nei prossimi mesi. Ci aspettiamo che il miglioramento delle prospettive di crescita delle economie emergenti dia gradualmente impulso agli utili aziendali.

    Conclusione: la sottoperformance delle azioni emergenti rispetto a quelle statunitensi ci sembra destinata a invertirsi e manteniamo un giudizio di preferito sul comparto nella nostra strategia globale.

    Investi in azioni senza commissioni

    Attivi non tradizionali

    Le classi di attivi non tradizionali sono investimenti alternativi che comprendono hedge fund, private equity, immobili e managed futures (collettivamente, investimenti alternativi).

    Le quote dei fondi d’investimento alternativi sono vendute solo a investitori qualificati e soltanto mediante documenti di offerta che forniscono informazioni su rischi, performance e spese dei fondi d’investimento alternativi. I clienti sono invitati a leggere attentamente i documenti in oggetto prima di sottoscrivere le quote e di entrarne in possesso. Un investimento in un fondo d’investimento alternativo è di natura speculativa e comporta rischi significativi. In specifico questi investimenti (1) non sono fondi comuni d’investimento e non sono soggetti agli stessi requisiti normativi di tali fondi; (2) possono presentare una performance volatile e gli investitori possono perdere una parte sostanziale o tutto il capitale investito; (3) possono comportare leva finanziaria e altre prassi d’investimento speculative con un possibile aumento del rischio di perdita di investimento; (4) sono investimenti illiquidi a lungo termine, solitamente non esiste un mercato secondario per gli interessi di un fondo e non se ne prevede alcuno sviluppo; (5) gli interessi dei fondi d’investimento alternativi sono solitamente illiquidi e soggetti a limitazioni di trasferimento; (6) può non essere chiesto loro di fornire agli investitori informazioni periodiche sui prezzi o sulla valutazione; (7) solitamente comportano complesse strategie fiscali ed eventuali ritardi nella distribuzione agli investitori delle informazioni fiscali; (8) sono soggetti a elevate commissioni, tra cui commissioni di gestione e altre commissioni e spese che nel complesso riducono i profitti.

    Le quote in fondi d’investimento alternativi non sono depositi né obbligazioni di banche o altri istituti di deposito garantiti, né sono garantite o avallate da questi, e non sono garantite a livello federale dalla Federal Deposit Insurance Corporation, dal Federal Reserve Board né da altri enti pubblici. I potenziali investitori devono capire questi rischi e avere la capacità finanziaria e la disponibilità ad accettarli per un lungo periodo prima di investire in un fondo d’investimento alternativo e devono considerare un fondo d’investimento alternativo come un’integrazione in un programma di investimento generale.

    In aggiunta ai rischi che si riferiscono agli investimenti alternativi in generale, vi sono rischi aggiuntivi correlati a un investimento in queste strategie:

    Rischio degli hedge fund: l’investimento in hedge fund comporta dei rischi specifici tra cui possono figurare I rischi associati a investimenti in vendite allo scoperto, opzioni, azioni di small cap, junk bond, derivati, titoli in sofferenza, titoli azionari non statunitensi e investimenti illiquidi.

    Managed futures: l’investimento in programmi di managed futures comporta dei rischi specifici. Per esempio non tutti i gestori si focalizzano contemporaneamente su tutte le strategie e le strategie di managed future possono comportare elementi direzionali sostanziali.

    Immobili: l’investimento in prodotti immobiliari e real estate investment trust comporta dei rischi specifici. Tra questi figurano rischi associati a indebitamento, variazioni negative nelle condizioni economiche generali o nei mercati locali, variazioni nelle normative o nei regolamenti statali, fiscali, immobiliari e nei piani regolatori, rischi associati a richieste di capitale e, per alcuni prodotti immobiliari, rischi associati alla possibilità di beneficiare di trattamenti fiscali di favore ai sensi delle normative fiscali
    federali.

    Private equity: l’investimento in private equity comporta dei rischi specifici. Se non soddisfatte, le eventuali richieste di capitali con preavviso breve possono avere significative ripercussioni negative inclusa, a titolo esemplificativo e non limitativo, la perdita totale dell’investimento.

    Rischio di cambio/di valuta: chi investe in titoli di emittenti ubicati al di fuori degli Stati Uniti deve sapere che anche nel caso di titoli denominati in dollari statunitensi, le variazioni nel tasso di cambio tra il dollaro statunitense e la valuta “nazionale” dell’emittente possono avere effetti imprevisti sul valore di mercato e sulla liquidità di tali titoli. I titoli in oggetto possono inoltre essere interessati da altri rischi (cambiamenti della situazione politica, economica o del quadro normativo) di cui gli investitori statunitensi potrebbero venire a conoscenza in ritardo.

    Guadagna interessi sui fondi non investiti

    Gli interrogativi della settimana

    I dati sull’inflazione americana indicheranno un raffreddamento dell’economia?

    Dopo i dati PMI inferiori alle attese pubblicati la scorsa settimana, l’attenzione si sposterà sull’indice statunitense dei prezzi al consumo di marzo. La previsione di consenso è di un calo dell’inflazione «core» allo 0,4% su base mensile, dallo 0,5% di febbraio.

    Il verbale della riunione del FOMC rafforzerà le attese di un picco dei tassi?

    In questo momento i mercati si aspettano che i tassi sui Fed fund tocchino il punto massimo a maggio. Gli investitori sperano che il verbale della riunione del FOMC di marzo, in uscita mercoledì, dia ulteriori indicazioni sulla possibile traiettoria della politica monetaria.

    Il rally dell’oro proseguirà?

    La scorsa settimana il prezzo del metallo giallo ha superato 2000 dollari l’oncia e da inizio anno è salito di circa il 10% a causa dei timori per la crescita economica. Ci aspettiamo ulteriori rialzi verso il nostro target di 2100 dollari l’oncia a dicembre.

    Report di Mark Haefele, Global Wealth Management Chief Investment Officer, UBS AG

    Appendice

    Le opinioni d’investimento di UBS Chief Investment Office («CIO») sono elaborate e pubblicate dalla divisione Global Wealth Management di UBS Switzerland AG (disciplinata dalla FINMA in Svizzera) o da una sua affiliata («UBS»). Le opinioni d’investimento sono state formulate in conformità delle norme di legge volte a promuovere una ricerca d’investimento indipendente.

    Ricerca d’investimento generica – Informazioni sui rischi: Questa pubblicazione viene distribuita solo a fini informativi e non rappresenta un’offerta né una sollecitazione di offerta diretta per l’acquisto o la vendita di prodotti d’investimento o di altri prodotti specifici. L’analisi contenuta nella presente pubblicazione non costituisce una raccomandazione personale né tiene conto degli obiettivi d’investimento, delle strategie d’investimento, della situazione finanziaria o delle esigenze particolari di un determinato destinatario. Si basa su numerosi presupposti. Presupposti diversi potrebbero dare risultati sostanzialmente diversi. Alcuni prodotti e servizi sono soggetti a restrizioni legali e non possono essere offerti in tutto il mondo in modo incondizionato e/o potrebbero non essere idonei alla vendita a tutti gli investitori. Tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento sono state ottenute da fonti ritenute attendibili e in buona fede; tuttavia, si declina qualsiasi responsabilità, contrattuale o tacita, per l’eventuale mancanza di correttezza o completezza (a eccezione della divulgazione di informazioni relative a UBS). Tutte le informazioni e le opinioni così come le previsioni, le stime e i prezzi di mercato indicati si riferiscono unicamente alla data della presente pubblicazione e sono soggetti a cambiamenti senza preavviso. Le opinioni qui espresse possono discostarsi o essere contrarie alle opinioni espresse da altri dipartimenti o divisioni di UBS a seguito dell’utilizzo di presupposti e/o criteri diversi.
    Il presente documento e le informazioni ivi contenute (tra cui previsioni, valori, indici o altri importi calcolati («Valori»)) non possono in alcun caso essere utilizzati per i seguenti scopi: (i) a fini di valutazione o di contabilità; (ii) per stabilire gli importi dovuti o da versare, il prezzo o il valore di uno strumento finanziario o di un contratto finanziario; o (ii) per misurare la performance di uno strumento finanziario, anche, tra l’altro, con l’obiettivo di monitorare il rendimento o la performance di un Valore o di definire l’asset allocation di un portafoglio oppure di calcolare le commissioni di performance. Ricevendo il presente documento e le informazioni ivi contenute si ritiene che dichiariate e assicuriate a UBS che non userete questo documento e che non farete diversamente affidamento sulle informazioni ivi contenute per gli scopi di cui sopra.UBS e ogni suo dirigente o dipendente possono in ogni momento essere autorizzati a detenere posizioni lunghe o corte in strumenti d’investimento menzionati in questa pubblicazione, effettuare operazioni che coinvolgono tali strumenti d’investimento in conto proprio o in conto terzi o fornire qualsiasi altro servizio o avere funzionari che operano in qualità di dirigenti nei confronti dell’emittente, dello strumento d’investimento stesso o di una società commercialmente o finanziariamente collegata a tali emittenti. In ogni momento, le decisioni d’investimento (compresa la scelta di acquistare, vendere o detenere titoli) prese da UBS e dai suoi dipendenti possono differire o essere contrarie alle opinioni espresse nelle pubblicazioni di ricerca di UBS. Alcuni investimenti possono non essere immediatamente realizzabili, dal momento che lo specifico mercato può essere illiquido, e di conseguenza la valutazione dell’investimento e la determinazione del rischio possono essere difficili da quantificare. UBS fa affidamento su barriere all’informazione per controllare il flusso di informazioni contenute in una o più aree di UBS verso altre aree, unità, divisioni o affiliate di UBS. Le operazioni su future e opzioni non sono idonee a tutti gli investitori poiché comportano un elevato rischio di perdita e possono generare perdite superiori all’investimento iniziale. I risultati passati di un investimento non rappresentano una garanzia dei suoi rendimenti futuri. Maggiori informazioni saranno rese disponibili su richiesta. Alcuni investimenti possono essere soggetti a improvvise e consistenti perdite di valore e allo smobilizzo dell’investimento è anche possibile ricevere una somma inferiore a quella inizialmente investita o dover effettuare un versamento integrativo. Le variazioni dei corsi di cambio possono avere un effetto negativo sul prezzo, sul valore o sul rendimento di un investimento. L’analista/Gli analisti responsabile/i della preparazione di questo rapporto può/possono interagire con il personale del trading desk, il personale di vendita e altre unità allo scopo di raccogliere, sintetizzare e interpretare informazioni di mercato.
    Il trattamento fiscale dipende dalla situazione personale e potrebbe subire variazioni in futuro. UBS non fornisce consulenza legale o fiscale e non rilascia alcuna dichiarazione circa il trattamento fiscale degli attivi o dei loro rendimenti d’investimento, né a titolo generale né in riferimento alla situazione e alle esigenze specifiche del cliente. Ci è impossibile tenere conto degli obiettivi d’investimento, della situazione finanziaria e delle esigenze particolari di ogni singolo cliente e pertanto vi raccomandiamo di rivolgervi a un consulente finanziario e/o fiscale per discutere le implicazioni, comprese quelle fiscali, dell’investimento in qualunque prodotto menzionato nel presente materiale.
    È vietata la riproduzione o la distribuzione di copie di questo materiale senza la preventiva autorizzazione di UBS. Se non diversamente convenuto per iscritto, UBS vieta espressamente la distribuzione e il trasferimento di questo materiale a terzi per qualsiasi ragione. UBS non accetta alcuna responsabilità per eventuali pretese o azioni legali di terzi derivanti dall’uso o dalla distribuzione di questo materiale. Questo materiale è destinato alla distribuzione solo secondo le circostanze permesse dal diritto applicabile. Per informazioni circa le modalità con cui il CIO gestisce i conflitti e mantiene l’indipendenza delle opinioni d’investimento e della sua gamma di pubblicazioni, e circa le metodologie di ricerca e di rating, si rimanda a www.ubs.com/research-methodology. Per ulteriori informazioni circa gli autori della presente pubblicazione e di altre pubblicazioni del CIO eventualmente citate nel presente documento e per richiedere copie di studi passati sullo stesso argomento si prega di rivolgersi al proprio consulente alla clientela.
    Le opzioni e i futures non sono idonei a tutti gli investitori; le operazioni in questi strumenti sono considerate rischiose e possono essere adeguate solo per gli investitori sofisticati. Prima di acquistare o vendere un’opzione, e per conoscere tutti i rischi relativi alle opzioni, è necessario ricevere una copia del documento «Caratteristiche e rischi delle opzioni standardizzate», disponibile all’indirizzo https://www.theocc.com/about/publications/ character-risks.jsp o presso il proprio consulente finanziario. Gli investimenti in prodotti strutturati comportano rischi significativi. Per maggiori informazioni sui rischi legati all’investimento in un determinato prodotto strutturato, leggere i documenti d’offerta relativi a tale prodotto. I prodotti strutturati sono obbligazioni non garantite di un determinato emittente i cui rendimenti sono collegati alla performance di uno strumento sottostante. A seconda delle condizioni dell’investimento, gli investitori potrebbero perdere la totalità o una parte consistente del capitale investito in base alla performance dello strumento sottostante. Gli investitori potrebbero anche perdere l’intero capitale investito in caso d’insolvenza dell’emittente. UBS non garantisce in alcun modo gli obblighi o la condizione finanziaria di qualsiasi emittente né la correttezza delle informazioni finanziarie fornite da qualsiasi emittente. I prodotti strutturati non sono strumenti d’investimento tradizionali e un investimento in un prodotto strutturato non equivale a un investimento diretto nello strumento sottostante. I prodotti strutturati possono avere una liquidità limitata o nulla e gli investitori devono essere preparati a detenere l’investimento fino alla scadenza. Il rendimento dei prodotti strutturati può essere limitato da un determinato guadagno massimo, da un tasso di partecipazione o da altre caratteristiche. I prodotti strutturati possono prevedere la facoltà di rimborso anticipato; se un prodotto strutturato viene richiamato in anticipo, gli investitori non possono conseguire ulteriori rendimenti e potrebbero non essere in grado di reinvestire in strumenti simili con condizioni simili. I prodotti strutturati sono soggetti a costi e commissioni che in genere sono incorporati nel prezzo dell’investimento. Il trattamento fiscale di un prodotto strutturato può essere complesso e può differire da quello di un investimento diretto nello strumento sottostante. UBS e i suoi collaboratori non forniscono consulenza fiscale. Prima di investire in qualsiasi strumento, gli investitori sono invitati a rivolgersi al proprio consulente fiscale per conoscere la propria situazione fiscale.
    Informazioni importanti sulle strategie basate sugli investimenti sostenibili: le strategie basate sugli investimenti sostenibili mirano a prendere in considerazione e integrare i fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) nel processo d’investimento e nella costruzione del portafoglio. Le strategie più varie in termini di orientamento geografico e stile d’investimento possono effettuare analisi ESG e integrarne i risultati in diversi modi. L’inclusione dei fattori ESG o delle considerazioni alla base degli investimenti sostenibili può impedire al gestore di partecipare a certe opportunità d’investimento che altrimenti sarebbero in linea con il suo obiettivo d’investimento e con altre strategie d’investimento tradizionali. I rendimenti di un portafoglio composto essenzialmente da investimenti sostenibili possono essere superiori o inferiori a quelli di un portafoglio il cui gestore non tiene conto dei fattori ESG, non opera esclusioni e non considera altri aspetti della sostenibilità, e le opportunità d’investimento a disposizione di tali portafogli possono essere diverse. Le società possono non soddisfare necessariamente elevati standard di performance per tutti gli aspetti ESG o tutti i temi degli investimenti sostenibili; inoltre, non si garantisce che le società soddisfino le aspettative negli ambiti della responsabilità aziendale, della sostenibilità e/o della performance in termini d’impatto.
    Gestori patrimoniali esterni / Consulenti finanziari esterni: qualora la presente ricerca o pubblicazione sia fornita a un gestore patrimoniale esterno o a un consulente finanziario esterno, UBS vieta espressamente che questa sia ridistribuita dal gestore patrimoniale esterno o dal consulente finanziario esterno e che sia resa disponibile ai rispettivi clienti e/o terzi.
    Stati Uniti d’America: distribuito a soggetti statunitensi da UBS Financial Services Inc. o UBS Securities LLC, consociate di UBS SA. UBS Switzerland AG, UBS Europe SE, UBS Bank, S.A., UBS Brasil Administradora de Valores Mobiliarios Ltda, UBS Asesores Mexico, S.A. de C.V., UBS SuMi TRUST Wealth Management Co., Ltd., UBS Wealth Management Israel Ltd e UBS Menkul Degerler AS sono consociate di UBS SA. UBS Financial Services Inc. accetta la responsabilità dei contenuti di un documento predisposto da un’affiliata non statunitense quando distribuisce documenti a soggetti statunitensi. Tutte le transazioni di soggetti statunitensi nei titoli citati nel presente documento devono essere effettuate tramite un broker/dealer registrato negli Stati Uniti e affiliato a UBS e non tramite un’affiliata non statunitense. Il contenuto del presente documento non è stato e non sarà approvato da alcuna autorità per gli strumenti finanziari o per gli investimenti negli Stati Uniti o altrove. UBS Financial Services Inc. non agisce in veste di consulente municipale a favore di enti municipali o di persone obbligate nell’accezione della Section 15B del Securities Exchange Act (la «Municipal Advisor Rule») e le opinioni e i giudizi espressi nel presente documento non devono essere intesi come una consulenza, né costituiscono una consulenza, nell’accezione della Municipal Advisor Rule.
    Per maggiori dettagli sul singolo paese, consultare il sito ubs.com/cio-country-disclaimer-gr o chiedere al vostro consulente finanziario le relative informazioni sui rischi. Versione A/2023. CIO82652744 © UBS 2023. Il simbolo della chiave e UBS figurano tra i marchi registrati e non registrati di UBS. Tutti i diritti riservati
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    Amministratore e CEO del portale www.doveinvestire.com, Simone Mordenti è anche analista finanziario, trader con oltre 20 anni di esperienza. Classe 1974, si avvicina al mondo del trading, ed in particolare agli investimenti su indici di borsa e azioni, grazie all’affiancamento di esperti del settore. Una forte passione per le scienze statistiche e l’analisi tecnica sui mercati finanziari, da diversi anni si occupa di giornalismo finanziario in diversi portali del settore, in veste di analista tecnico e trading advisor.
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